Nel paese si rischia una carestia peggiore di quella del 2011 che provocò la morte di 260.000 persone: più di 360 mila bambini già colpiti dalla malnutrizione.
Circa 363.000 bambini sono già stati colpiti dalla malnutrizione in Somalia, tra cui 71.000 affetti da forme di malnutrizione grave, a causa della siccità che ha investito vaste zone del paese. Secondo il Cluster Nutrizione per la Somalia, se non verranno forniti aiuti con urgenza i numeri potrebbero quasi triplicare, raggiungendo 944.000 casi nel 2017, di cui 185.000 casi di malnutrizione grave. In questo momento, secondo le Nazioni Unite, più di 50.000 bambini rischiano di perdere la vita.
In vista dell’incontro dei donatori internazionali, previsto per giovedì a Londra, Save the Children - l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, chiede ai donatori di fornire i fondi di cui c’è urgente bisogno per mettere fine a questa perdita di vite umane.
I medici e gli operatori delle cliniche e degli ospedali supportati dall’Organizzazione nel Puntland – una delle aree maggiormente colpite dalla siccità– stanno assistendo a un significativo incremento di gravi casi di malnutrizione tra i bambini.
"Abbiamo carenza di cibo, acqua e medicine, e se non riceveremo al più presto gli aiuti di cui abbiamo bisogno ci troveremo di fronte a una vera tragedia con la morte di tante persone", afferma Iftin Yusuf Mohamed, infermiera in una clinica materno-infantile di Yaka, un villaggio del Puntland.
La donna spiega che le condizioni peggiorano di giorno in giorno e che l’arrivo massiccio nella regione di persone in cerca di pascoli verdi ha portato ad alti livelli di malnutrizione e fame.
“Quello a cui stiamo assistendo sul campo ci dice che siamo ormai a un punto di non ritorno e il netto peggioramento dei casi di malnutrizione indica che la carestia non è lontana - afferma Hassan Saadi Noor, Direttore di Save the Children in Somalia – Siamo sull’orlo di una catastrofe simile a quella del 2011 e forse anche peggiore considerando la gravità delle condizioni attuali. Nel 2011 più di 250.000 persone persero la vita. La comunità internazionale deve intensificare i propri sforzi per fare in modo che quel tragico momento storico non si ripeta e sappiamo che agire efficacemente in questa fase può fare realmente la differenza”.
Negli ultimi mesi la siccità che ha colpito la Somalia centro-meridionale, il Puntland e il Somaliland, la peggiore dal 1950, si è intensificata notevolmente a causa del mancato verificarsi delle piogge stagionali.
Le condizioni dei bambini che soffrono la fame e delle loro famiglie sono in netto peggioramento. Nelle aree maggiormente colpite dalla siccità molte persone restano senza cibo per diversi giorni e si vedono costrette a dar da mangiare cartone al bestiame, nel tentativo disperato di mantenere in vita i propri animali. In alcune parti della Somalia il prezzo dell’acqua è cresciuto di 15 volte rispetto al periodo precedente alla siccità e anche il prezzo dei beni alimentari ha subito lo stesso incremento.
Nella clinica di Yaka, Amina, di 30 anni, culla tra le sue braccia la piccola Aasiya, di 10 mesi, che le è stata affidata dalla famiglia. La famiglia di Amina ha abbandonato le aree rurali per raggiungere un campo nei pressi della città, dopo che quasi tutte le loro pecore sono morte.
Amina racconta che all’interno della comunità gli abitanti condividevano tutto ciò che avevano pur di aiutarsi reciprocamente e che uno dei suoi vicini è rimasto senza cibo per tre giorni prima che potessero offrigli quel poco che avevano. Amina racconta anche che spesso non riesce a dar da mangiare neanche alla piccola Aasiya e che non sa cosa fare quando piange per la fame. “I bambini sono lì che ti chiedono di dar loro da mangiare e tu invece ti senti impotente e disperato”, racconta.
A Garowe, la capitale del Puntland, il figlio di Mohamed, Abdifatax, è in cura in una clinica specialistica presso l’ospedale locale, colpito da una grave forma di malnutrizione. Le sue condizioni sono così gravi che viene alimentato attraverso un tubicino.
“Mio figlio era malato da 20 giorni ed io ero molto preoccupato. Era gravemente malnutrito, vomitava e aveva la diarrea. Grazie a Dio negli ultimi tre giorni è stato nutrito adeguatamente”, racconta Mohamed.
Mohamed e i suoi familiari si spostano dalle aree rurali a Garowe per occuparsi del bestiame, ma la maggior parte degli animali sono morti. "In condizioni normali, le persone usano il bestiame per nutrirsi, ora invece accade il contrario e dalla città ci procuriamo cartone e fagioli per nutrire gli animali", spiega Mohamed.
Sono necessari 100 milioni di dollari per implementare gli interventi di Save the Children per soddisfare gli urgenti bisogni di 2,5 milioni di somali colpiti dalla crisi. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha chiesto alla comunità internazionale lo stanziamento di 863,5 milioni di dollari per fornire immediati aiuti salvavita alle popolazioni.
Per sostenere gli interventi di Save the Children nel Corno d’Africa: www.savethechildren.it/emergenze/siccita-corno-africa