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Una selezione di circa trenta opere, tra quadri e sculture, che ripercorre gli ultimi dieci anni del lavoro dell’artista.
Inaugurazione sabato 5 marzo 2022 ore 12.00
Spazio Thetis, Castello - Arsenale Nord - Officina Lamierini, Venezia
Ingresso libero su prenotazione
Sabato 5 marzo 2022 presso lo Spazio Thetis, hub dell’arte contemporanea situato nell’antico Arsenale della città di Venezia, apre al pubblico la mostra Per Ignotius, prima personale dell’artista Riccardo Muratori. Alle ore 12.00 l’inaugurazione presso Officina Lamierini, dove sarà esposta una selezione di circa trenta opere, tra quadri e sculture, che ripercorre gli ultimi dieci anni del lavoro dell’artista. A firmarne la curatela è Milena Mastrangeli, che ha collaborato con Muratori per dare forma al dialogo tra le opere esposte. La mostra sarà visitabile fino al 7 aprile 2022.
Punto di partenza del lavoro dell’artista è l’enigma, spesso coincidente in una tensione interiore, che trova espressione sulla tela in una forma più chiara di quella che egli avrebbe potuto prevedere. Il titolo “Per Ignotius” cela molti misteri, emanando un’aura magica, sospesa nel tempo. Come dichiara la curatrice Milena Mastrangeli “Carl Gustav Jung lo usò per indicare l’atteggiamento necessario a quell’uomo che voglia procedere nella via della conoscenza di sé stesso.
‘Conoscenza’ e ‘ignoto’, due termini apparentemente contrari che si incontrano in un unico spazio: questa comunione di opposti ci confonde, ci fa sentire instabili ed è forse questa l’emozione che pervade chi ha l’occasione di aggirarsi tra le opere di Riccardo. L’opera di Riccardo ci racconta una storia che conosciamo bene perché è la nostra; davanti alle tele proviamo attrazione e, forse, imbarazzo a vederci così spogliati di difese, sentiamo che stiamo affrontando argomenti privati, desideri inespressi, fantasie che preferiremmo nascondere sotto ad un tappeto, insieme alla polvere. Ci destabilizza il nostro stesso essere, così nudo e deprecabile, così umano. Un incontro con l’altro, con l’arte e con sé stessi”.
I dipinti di Muratori, dalle forti suggestioni psicologiche, sono specchi delle contraddizioni che abitano la nostra quotidianità. L’artista indaga i temi del desiderio e della continuità tra interiorità e mondo.
“L’assenza è una grande protagonista delle tele esposte, c’è un vuoto che colma la tela in maniera così ingombrante che è impossibile non notarlo” – aggiunge la curatrice - “Ci sembra di essere entrati in uno scenario in cui non eravamo aspettati, ma che in un certo modo ci appartiene: abbiamo appena aperto la porta su di uno spazio claustrofobico, una casa pervasa di unheimliche. Questo termine, difficile da tradurre per la sua perfetta natura in tedesco, si adatta in maniera sorprendentemente aderente alle opere esposte: la radice heim (‘casa’, ‘dimora’, ‘focolare’, ‘patria’) e la negazione che la precede ci permettono di definire l’inquietante come il ‘non familiare’, la sensazione di ‘inquietudine’, infatti, è particolarmente difficile da definire per la sua ineffabilità. È detto unheimlich tutto ciò che dovrebbe restare…segreto, nascosto, e che è invece affiorato”.
Ad animare le opere di Muratori, infatti, sono molto spesso figure di uomini e donne, in posture sempre plausibili ma al contempo surreali, o figure stese precarie, in verità impossibili. A unire questa varietà di posture, di volti minuziosi e verosimili, ma assenti, è sempre la continuità degli sfondi. Tendaggi e drappeggi, pieghe e arabeschi, che si scoprono tra una porta che si chiude e un'altra che si apre, ma anche tra uno scorcio e un corridoio di cui non si vede il fondo.
Quadri ricchi di elementi, inseriti all’interno della composizione non per il timore del vuoto, ma per il desiderio di non avere paura dell’eccedenza. “Alle volte occorre stressare di più la pittura, appesantirla – conferma Muratori - altre volte il processo accade in modo rapido e leggero. La cosa difficile però è quella di non avere la pretesa di padroneggiare troppo la materia da principio. Mettersi in una condizione di insipienza, per ignotius, appunto. Più che di sgomento parlerei dello stupore che segue al compimento del lavoro: quando questi riesce, consiste nello scoprire l’esistenza di una conoscenza inconsapevole”.
Prevalgono nella tavolozza variazioni di ocra e terre di Siena, prevalentemente a olio. L’olio, infatti, si rivela il mezzo migliore per esplicitare un’immagine che, idealmente, assumerà contorni diversi agli occhi di chi osserva, il quale potrà trovare punti di contatto con le immagini interiori dell’artista o aprirsi verso direzioni da lui non previste.
“Riconoscere è un piacere sensibile – prosegue l’artista - la figurazione in pittura consente questo tipo di piacere. Per questo i dipinti figurativi ricevono un più immediato consenso da parte dei fruitori. Quello che ho rappresentato con la pittura riguarda questo tipo di piacere. Un dipinto mi pare riuscito quando però questo sentimento viene portato al punto da sconfinare nel suo opposto, il disagio di non riconoscere. L’azione rappresentata appare sensata, quotidiana eppure risulta inafferrabile. C’è un punto sulla tela in cui la sensatezza devia nella direzione di un indistinto. In fondo se ci riesce il dipinto diventa ancora più realistico, ossia ancora più vicino alla nostra esperienza del mondo. Questo tipo di riconoscimento non è della stessa natura del riconoscimento di cui sopra, di fatto non acquieta”.
Spazio Thetis da sempre si contraddistingue per la sua apertura alla sperimentazione nel campo dell’arte contemporanea e per il legame con la laguna di Venezia. In questa logica s’inserisce il lavoro pittorico dell’artista, il quale incontra la città in maniera diretta, indiretta, ma soprattutto inedita.
Un viaggio negli strati più profondi della sua produzione pittorica, un percorso che sembra condurre allo svelarsi di quel mistero che permea le opere, ma, in realtà, tale segreto si inabisserà ancora di più davanti ai nostri occhi. Una mostra che si muove sulle contrapposizioni, sulle citazioni, su ciò che conosciamo, sullo sconosciuto, su ciò che ci appartiene. Tutte queste tensioni costanti tra interno ed esterno si realizzano pienamente nella città Venezia, dove l’artista vive da molti anni e che sente come casa.
BIOGRAFIA DI RICCARDO MURATORI
Riccardo Muratori (Rimini, 1981), da quindici anni si dedica alla pittura, considerata come continuazione del percorso di ricerca filosofica, iniziato durante gli studi presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 2011 partecipa alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e nel 2017 prende parte alla Biennale di Karachi in Pakistan. È stato inoltre docente di Disegno e Illustrazione all'Università IUAV - Dipartimento di Design della Moda, Arti Visive. Vede nella pittura un mezzo di liberazione e conoscenza di sé. Vive e lavora nella città lagunare.
INFORMAZIONI UTILI
TITOLO: Per Ignotius di Riccardo Muratori
A CURA DI: Milena Mastrangeli
INAUGURAZIONE: Sabato 5 marzo 2022, ore 12
CHIUSURA: 7 aprile 2022
DOVE: SPAZIO THETIS, Castello - Arsenale Nord - Officina Lamierini, Venezia
ORARI: dalle ore 10.00 alle ore 18.00, su prenotazione (3480171569/3315265149)
PER INFO: info@fg-comunicazione.it
Scambi, acquisti, vendita e perizie di materiale da collezionismo
Torna a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, con la 53° edizione, la manifestazione Memorial Correale, organizzata dall’Associazione Circolo Tempo Libero, in memoria del defunto presidente Salvatore Correale, attirando centinaia di visitatori e partecipanti provenienti da ogni regione d’Italia.
La mostra mercato di numismatica, filatelia, cartamoneta, cartoline,libri e collezionismo di vario genere, si terrà per la seconda volta presso lo spazio espositivo di più’ di 1000 mq dell’Hotel Queen Daisy, che si trova in via Schito n°185.
Queen Daisy, una struttura quattro stelle, moderna ed elegante di nuova costruzione concepita secondo gli attuali standard alberghieri.
Il Queen Daisy vanta una posizione strategica, in una zona industriale, a poche centinaia di metri dallo svincolo autostradale di Castellammare di Stabia/Pompei e vicino ai luoghi più belli della Campania come lo splendido sito di Marina di Stabia, la Penisola Sorrentina, la Costiera Amalfitana, gli scavi di Pompei, gli scavi di Ercolano, il Vesuvio, Napoli e Salerno, Paestum e Caserta, Capri e Ischia.
Un luogo ideale per soggiornare in ogni occasione.
Saranno due giorni dedicati ad oggetti senza tempo che hanno segnato la nostra storia, un lungo viaggio tra monete rare, ammirando vere e proprie opere d’arte, ricordando una nobile tradizione italiana, la cartamoneta, per apprezzare la maestria e la creatività degli incisori di medaglie commemorative, militari e religiose, esplorando l’universo filatelico, tra francobolli che raccontano frammenti storici, unici ed irripetibili e cartoline che raffiguravano bellezze architettoniche e artistiche da tutto il mondo.
Castellammare di Stabia è diventata nel tempo, nel panorama nazionale del collezionismo, punto di riferimento per esperti operatori del settore e studiosi.
All’interno delle dello spazio dedicato all’evento, sarà possibile scambiare, acquistare o vendere:
monete, francobolli, banconote, decorazioni e calendari militari, cartoline, stampe, orologi, album e raccoglitori da collezione, immagini sacre, carte telefoniche, quotidiani, locandine, libri, fumetti, figurine, penne da scrittura, pins, spille.
L’ingresso è gratuito, all’entrata sarà richiesto il Certificato verde Covid-19, a disposizione parcheggio privato della struttura alberghiera, video sorvegliato e custodito.
Orari
Gli orari di apertura e chiusura sono sabato 13 novembre 2021, dalle ore 9 alle 13, breve pausa pranzo, ripresa dalle ore 16, mentre domenica 14 novembre 2021, dalle ore 9 alle 13, a disposizione servizio bar-ristorazione, pranzo o cena completa a prezzo fisso a € 15.
Dove siamo
Hotel Queen Daisy, via Schito n°185, Castellammare di Stabia
Come raggiungerci
E45 Napoli - Salerno - All'uscita del casello autostradale Castellammare di Stabia - Pompei, mantenere la destra e subito dopo a sinistra proseguendo direzione Ponte Persica.
All'incrocio proseguire a destra in direzione via Ripuaria a Castellammare di Stabia per circa 1 km.
All'incrocio svoltare a sinistra, proseguire direzione via Schito per circa 100 metri, sulla destra troverete l'Hotel Queen Daisy.
Per ulteriori informazioni:
Associazione Circolo Tempo Libero
Iscritta alla FSFI - Federazione fra le Società Filateliche Italiane
Pagina Facebook: Associazione Circolo Tempo Libero
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con la mostra ''DIGITAL ROMANTICISM''
9 opere originali per 9 destinazioni italiane nell’esposizione online “Digital Romanticism”: Delfina Bocca e Amelia Vilaplana hanno colto l’invito della 17ma Biennale di Architettura ad immaginare spazi in cui si possa vivere generosamente insieme, secondo il tema “How will we live together?”.
L’originale mostra nasce nell’ambito del progetto Sinaoclock, fondato da Delfina Bocca in collaborazione con SINA Hotels ad interpretare le nuove tendenze nella moda, nell’arte e negli stili di vita.
Ispirata alla posizione degli alberghi del gruppo SINA, l’esposizione “Digital Romanticism, si può visitare su www.sinaoclock.com ed esplora la politica dell’amore, dando forma a nuovi modi di vivere insieme gli uni con gli altri e con l’ambiente.
“Seguendo gli scritti di B. Penner sui resort per viaggi di nozze di Poconos, costruiti in Pennsylvania dopo la seconda guerra mondiale per eseguire e ripristinare la domesticità tradizionale, abbiamo creato un laboratorio di disobbedienza domestica per generare versioni speculative di ambienti di vita sotto forma di oggetti funzionali domestici, rifugi abitabili e resort per viaggi di nozze per le complesse esigenze domestiche di oggi” – ha dichiarato Delfina Bocca.
Ed ecco la “HugBike” (letteralmente la bicicletta/abbraccio) a rappresentare l’amore e la responsabilizzazione al SINA Villa Matilde di Romano Canavese (TO): in un abbraccio eterno, la Hugbike sfida teneramente chi sta dirigendo la corsa in questa coppia. Le relazioni di potere tradizionali sono messe alla prova e quella dietro sta prendendo il controllo. La Hugbike è una revisione critica dell'uso delle tradizionali biciclette tandem nei resort per viaggi di nozze. Gli ospiti del SINA Villa Matilde possono godersi le gite in bicicletta, alla scoperta degli splendidi dintorni naturali e delle ville d’epoca ben conservate, per poi rinfrescarsi alla "Limonaia" o in piscina nel parco del Relais.
“SelfSatisfaction” è protagonista a Roma al SINA Bernini Bristol, quale elogio alla soddisfazione di sé: in un mondo in cui manca il tocco umano, questa sedia di soddisfazione personale crea un meccanismo per riparare i legami rotti tra gli esseri umani. Ispirata dall'immaginario dei troni, la sedia viene rivisitata come un luogo di auto-potenziamento e soddisfazione di sé.
L’amore per sé stessi è ambientato a Perugia al SINA Brufani: lo scopo di questo resort è quello di offrire alle persone una pausa dalla vita frenetica e dal mondo digitale in rapido movimento, consentendo loro di recuperare la buona salute mentale e il benessere, anche solo passeggiando per la vecchia Perugia, perdendosi nelle strade medievali. Da qui nasce l’opera “SelfLove”, che racchiude la filosofia dell'amore che il resort porta con sé.
Nell'era della tecnologia e dei social media, potremmo aver sperimentato la sensazione di esserci persi in un mondo virtuale: il SINA Villa Medici di Firenze è stato progettato specificamente per ammirare le stelle di notte, offrendo così agli ospiti la possibilità di sperimentare l’universo reale e la sensazione di riconnettersi alla realtà, cercando di trovare il significato di tutto ciò che ci circonda, soggetto dell’opera “AstroRomanticism”.
A Venezia è dedicata l’opera “Reliance” dove il SINA Centurion Palace è teatro di perfetti momenti fotografici a catturare il tempo trascorso insieme durante un soggiorno. Attività come l'arrampicata su roccia si stanno integrando nel resort proprio per approfondire le relazioni e la fiducia tra le persone, poiché lo scalatore principale deve avere assoluta fiducia nell'altro, da cui l’affidabilità.
Amore, feste e rock and roll, guidano la creazione dell’opera “Disobedience” a Capri, intorno alla piscina del SINA Villa Flora, per sfuggire alla disciplina quotidiana e vivere uno stile di vita da rockstar. Concerti e feste in piscina celebrano anche un uso sostenibile dell'acqua in questo design.
“CorpoRomance” è il titolo dell’opera di Milano, una rivisitazione della sedia a dondolo a rappresentare amore ed equilibrio, provocante come un pezzo di haute couture a forma di cuore a scuotere l’atmosfera del SINA The Gray: la sedia a dondolo viene ridisegnata come un micro spazio domestico per discutere le relazioni di potere nella vita di tutti i giorni. Le immagini associate alle sedie come simboli di potere e la stabilità sono messe in discussione nella hall di questo hotel.
Le acque del Mediterraneo di Viareggio, il travestimento e il Carnevale si sposano perfettamente con la conchiglia artificiale di “Bikini Couture” il cui interno offre al visitatore una sensazione di perla: palcoscenico è il SINA Astor, le cui camere sono progettate come hub galleggianti per favorire l'intimità tra l'uomo e la natura.
"Wave Love Resort" al SINA Maria Luigia di Parma inaugura una relazione romantica simbiotica tra uomo e natura. Nel ristorante delle alghe, i visitatori possono assaggiare ricette uniche con le alghe, che influenzeranno la percezione della natura da parte delle persone e alimenteranno l'amore e la cura per la conservazione dell’ambiente. Mentre mangiano, nutriranno le alghe circostanti con la loro anidride carbonica e assaggeranno ricette uniche con le alghe, che avranno un impatto sulla percezione della natura da parte delle persone e alimenteranno l'amore e la cura per la conservazione del nostro ambiente.
Delfina Bocca è la fondatrice dello studio di architettura Mother Studio, basato a Londra e specializzato nella progettazione e design internazionale ma con l’intento di rimanere fedele alla sua impronta latino americana. Dallo studio Delfina propone la prima parte del progetto, quella in cui ci si permette di essere più creativi volando con la fantasia. Strumenti tecnologici rendono possibile la riflessione con il cliente così da creare progetti unici e altamente personalizzati.
SINA HOTELS è il gruppo alberghiero interprete della tradizione squisitamente italiana fatta di storia, cultura, arte, lusso ed eccellenza, che conta 11 alberghi in Italia: SINA Villa Medici a Firenze, SINA Bernini Bristol a Roma, SINA Centurion Palace e SINA Palazzo Sant'Angelo a Venezia, SINA Brufani a Perugia, SINA Villa Matilde a Romano Canavese (TO), SINA The Gray e SINA De La Ville a Milano, SINA Maria Luigia a Parma, SINA Astor a Viareggio e SINA Flora a Capri.
Per ulteriori informazioni:
Delfina Bocca www.mother-studio.com IG: mother_studio_london
SINA Hotels pr_communication@sinahotels.com
Torna a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, con la 52° edizione, la manifestazione Memorial Correale, organizzata dall’Associazione Circolo Tempo Libero, in memoria del defunto presidente Salvatore Correale, attirando centinaia di visitatori e partecipanti provenienti da ogni regione d’Italia.
La mostra mercato di numismatica, filatelia, cartamoneta, cartoline, libri e collezionismo di vario genere, si terrà per la prima volta presso le sale dell'Hotel Queen Daisy, che si trova in via Schito n°185.
Queen Daisy, una struttura quattro stelle, moderna ed elegante di nuova costruzione concepita secondo gli attuali standard alberghieri.
Il Queen Daisy vanta una posizione strategica, in una zona industriale, a poche centinaia di metri dallo svincolo autostradale di Castellammare di Stabia/Pompei e vicino ai luoghi più belli della Campania come lo splendido sito di Marina di Stabia, la Penisola Sorrentina, la Costiera Amalfitana, gli scavi di Pompei, gli scavi di Ercolano, il Vesuvio, Napoli e Salerno, Paestum e Caserta, Capri e Ischia.
Un luogo ideale per soggiornare in ogni occasione.
Saranno due giorni dedicati ad oggetti senza tempo che hanno segnato la nostra storia, un lungo viaggio tra monete rare, ammirando vere e proprie opere d’arte, ricordando una nobile tradizione italiana, la cartamoneta, per apprezzare la maestria e la creatività degli incisori di medaglie commemorative, militari e religiose, esplorando l’universo filatelico, tra francobolli che raccontano frammenti storici, unici ed irripetibili e cartoline che raffiguravano bellezze architettoniche e artistiche da tutto il mondo.
Castellammare di Stabia è diventata nel tempo, nel panorama nazionale del collezionismo, punto di riferimento per esperti operatori del settore e studiosi.
All’interno della sala interna dedicata all’evento, sarà possibile scambiare, acquistare o vendere: monete, francobolli, banconote, decorazioni e calendari militari, cartoline, stampe, orologi, albume raccoglitori da collezione, immagini sacre, carte telefoniche, quotidiani, locandine, libri, fumetti, figurine, penne da scrittura, pins, spille.
L’ingresso è gratuito, a disposizione parcheggio privato della struttura alberghiera, video sorvegliato e custodito.
Gli orari di sabato saranno dalle ore 9 alle 13, breve pausa pranzo, ripresa dalle ore 15:30 alle 19, si potrà usufruire di servizio bar, area di ristoro, con menù a prezzo fisso con specialità del luogo, mentre domenica dalle ore 9 alle 13.
Con il patrocinio della FSFI - Federazione fra le Società Filateliche Italiane, sabato 19 giugno 2021, dalle ore 9 alle 13, con la presenza di Poste Italiane, sarà disposto un servizio filatelico temporaneo, emissione di una cartolina a tiratura limitata, francobollo a tema e annullo speciale.
Castello di Postignano (PG) 30 maggio 2021 – 9 gennaio 2022
82 opere realizzate da Dario Fo dal 1940 al 2016: Castello di Postignano (Sellano, PG) ospita la mostra “DIPINGERE MOVIMENTO. La pittura di Dario Fo”, a cura di Mattea Fo e Stefano Bertea, aperta al pubblico dal 30 maggio 2021 al 9 gennaio 2022.
Matite, acquarelli, bozzetti su cartoncino, opere di grandi dimensioni su tela o su pannelli di legno, oltre a locandine dall’Archivio Rame Fo, riproduzioni di foto d’epoca e documenti, costumi di scena disegnati da Dario Fo e poi realizzati dalla Sartoria Pia Rame si potranno ammirare tutti i giorni dalle 10 alle 22 negli spazi espositivi del borgo umbro, riportato a nuova vita grazie ad un’attenta opera di restauro, nell’ambito della rassegna “Un Castello all’Orizzonte”.
La mostra, organizzata e allestita dalla “C.T.F.R. srl – Compagnia Teatrale Fo Rame” con il patrocinio della “Fondazione Dario Fo e Franca Rame” è in collaborazione con Castello di Postignano Servizi, con il Patrocinio di Regione Umbria, Provincia di Perugia e Comune di Sellano, è aperta a titolo gratuito, secondo le modalità di sicurezza previste dalla normativa vigente.
Un’occasione per scoprire Castello di Postignano, nel comune di Sellano (PG), il borgo medievale nel cuore della Valnerina in Umbria, a pochi chilometri da Spoleto, tornato a nuova vita grazie all’attento restauro a cura degli architetti Gennaro Matacena e Matteo Scaramella, definito da Italia Nostra un Restauro Esemplare e per il quale il Club Unesco Europa ha rilasciato l’Attestato di Merito per la salvaguardia e tutela del paesaggio e dell’ambiente. È stato inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”, definito dall’architetto americano Norman F. Carver Jr. “l’archetipo dei borghi collinari italiani” con le caratteristiche case-torri aggettanti l’una sull’altra. Nel borgo convivono residenza, un albergo diffuso con i suoi servizi e un’offerta enogastronomica di eccellenza al ristorante La Casa Rosa.
Il catalogo dell’esposizione è pubblicato da CLEAN Edizioni, a cura di Mattea Fo e Stefano Bertea, contiene la prefazione dello storico dell’arte Flavio Caroli e i contributi di Carlo Petrini e Mattea Fo.
Mattea Fo e Stefano Bertea, curatori della mostra a Castello di Postignano dichiarano: "La mostra 'DIPINGERE MOVIMENTO' porta all’attenzione del pubblico un aspetto meno conosciuto di Dario Fo, quello della sua pittura. Attraverso un percorso selezionato di 82 opere che vanno dal 1940 al 2016 si evidenziano le modalità espressive principali, quali disegno e pittura, di questo “artista sferico”.
Dario Fo inizia la carriera di pittore nei corsi dell’Accademia di Brera negli anni Quaranta avendo come maestri i grandi artisti dell’epoca come Achille Funi, Marino Marini, Giacomo Manzù e Carlo Carrà. In questo contesto stringe rapporti e si confronta con i suoi compagni che saranno artisti di varie ricerche, sperimentazioni e orientamenti diversi tra loro, quali Ennio Morlotti, Bobo Piccoli, il gruppo Corrente, lo scultore Alik Cavaliere, il regista Carlo Lizzani, letterati e intellettuali come Elio Vittorini e l’amico Emilio Tadini. Lasciata l’impostazione accademica, Dario Fo matura uno stile personale ed individuale i cui frutti, arricchiti da contaminazioni, suggestioni, metafore, visioni simboliche ed oniriche, riempiono i suoi dipinti.
L’etica, l’uomo e i sentimenti, ripresi dai miti e dalle storie, sono al centro delle sue riflessioni e, visti sempre con un occhio ironico e sferzante, sono posti in prospettive inconsuete e fuori da ogni ottica tradizionale, espressi con colori gioiosi, contrastanti e stridenti, sempre pieni di vita. Nel corso della sua vita Dario Fo usa la pittura, il disegno, il segno grafico per presentare la sua idea ai compagni di scena, dalla scrittura di un testo, alle musiche, ai costumi, alla regia, alla coreografia, alle luci, tutto si traduce in disegno".
Emilio Tadini, nel 1984, affermò:
"Molti si stupiscono che Dario Fo sia anche pittore. Per qualche tempo – parecchi anni fa – io e tutto un gruppo di amici ci stupivamo che Dario Fo fosse anche uomo di teatro. Perché Dario, in principio, voleva fare il pittore. Il teatro di Dario Fo si è alimentato e si alimenta della sua straordinaria capacità di vedere: si alimenta, potremmo dire, della sua straordinaria capacità di far figure, di creare figure, di disporre in figure sensi e significati, anzi, di scoprire sensi e significati dentro le figure.
Non sembrano, certe volte, i disegni di Dario Fo, qualcosa come uno spartito – qualcosa come la scrittura che registra il movimento del corpo teatrale? La relazione che si pone in atto fra il lavoro di Dario Fo pittore e il lavoro di Dario Fo teatrante deve avere un senso che credo valga la pena di cercar di capire.
Quale che sia la forma in cui si mostrano, tutte le figure di Fo – cariche di ansia, eccitate, ‘esagerate’, liberatorie – hanno l’aria di comporre un solo grande disegno. Cose che vengono dal passato, cose che fanno luce sul presente, cose che si proiettano sullo schermo del futuro.
Queste figure, in un modo o nell’altro, nel loro inesauribile prodursi, ci mostrano anche che non sarà qualche illusione a confortarci. È il nostro corpo che queste figure mutevoli rappresentano. E allora non vogliamo a nessun costo perderle d’occhio".
DARIO FO: cenni biografici
Scomparso il 13 ottobre 2016, a 90 anni, Dario Fo ha lasciato un enorme contributo all’arte e alla letteratura italiana: un artista a tutto tondo, una personalità poliedrica, in 70 anni di attività è diventato uno dei più famosi e importanti artisti dei nostri tempi.
Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura nel 1997, è nato a Sangiano (Varese) nel 1926, è autore, attore, regista teatrale, nonché pittore. A Milano, Fo studia all’Accademia di Brera e alla facoltà di Architettura del Politecnico. Inizia la sua attività di teatro, e le sue performances sul palcoscenico sono caratterizzate da improvvisazione e ironia. Negli anni Cinquanta, Dario Fo inizia a scrivere e recitare per Radio Rai, monologhi grotteschi (Poer Nano), successivamente rappresentati al Teatro Odeon di Milano (1952).
Nel 1953, insieme con Giustino Durano e Franco Parenti, esordisce con la rivista satirica "Il dito nell’occhio" e "Sani da legare", cui partecipa anche Franca Rame, che Fo sposerà nel 1954, compagna di vita e d’arte con la quale formerà una indissolubile compagnia teatrale. E’ l’inizio di una fortunata e lunga carriera che li porterà, tra successi e censure, a trionfare su ogni ribalta, ad essere rappresentati in tutto il mondo, con commedie politiche, che attingono dalla cultura popolare e dalla cronaca di tutti i giorni. I due attori scrivono e mettono in scena opere di successo che hanno sempre dichiarati intenti politico-sociali e che ancora oggi sono rappresentate in tutto il mondo.
Il suo amore per la storia dell’arte porta Dario Fo a studiare i grandi Maestri dal medioevo all’età contemporanea. Picasso, Caravaggio, Correggio, Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Mantegna, Giotto e Wiligelmo, rivivono nel suo racconto magmatico e coinvolgente, che, con l’abilità di un pittore, delinea una storia dell’arte italiana contrassegnata dalla genialità tecnica e inventiva dei suoi artefici, spesso in aperta contrapposizione rispetto al gusto vigente e ai dettami del potere. Dario Fo, con l’ausilio dell’indimenticabile Franca Rame, in questo ciclo di lezioni-spettacolo che diventano poi libro, con il supporto di tele e tavole da lui stesso dipinte a compendio della narrazione, illustra al pubblico la vita e le opere dei geniali artisti. In un itinerario a ritroso ripercorre gli sviluppi salienti dell’arte occidentale attraverso le vicende dei suoi protagonisti, in cornici architettoniche e monumentali di grande bellezza.
Nel 2012 mette in scena in una lezione-spettacolo a Milano anche la vita di Pablo Picasso, pittore da lui sempre amato: "Picasso Desnudo" è l’ultimo spettacolo che vede Dario Fo e Franca Rame in scena insieme.
Il 29 maggio 2013 scompare Franca Rame, e Dario Fo continua la sua attività teatrale dedicandosi completamente alla stesura di numerosi testi e alla sua passione per la pittura.
Nel 2014 porta in scena il diario "In fuga dal senato" nel quale Franca racconta la sua esperienza da Senatrice nel 2006.
Nello stesso anno esce anche "La figlia del papa", romanzo storico dedicato a Lucrezia Borgia, che Dario Fo porterà in molti teatri italiani e che in pochissimo tempo viene tradotto in tutto il mondo, corredato da dipinti e bozzetti che illustrano la storia.
In seguito vengono pubblicati: "Ciulla", il grande malfattore, scritto con Piero Sciotto, "La storia proibita dell’America", "C’è un re pazzo in Danimarca", "Un uomo bruciato vivo - storia di Ion Cazacu".
Nel 2015 esce in libreria anche "Razza di Zingaro", la storia di Johann Trollmann, a cui Dario dedica una numerosa collezione di disegni e dipinti che verranno esposti a Milano.
Nell'agosto 2016 Dario Fo porta in scena per l’ultima volta "Mistero Buffo" all’Auditorium della Musica a Roma e pochi giorni dopo inaugura a Cesenatico, presso il Palazzo del Turismo Primo Grassi, la mostra dedicata alla storia di Darwin, frutto di un intenso lavoro di ricerca che ha dato alla luce anche uno spettacolo teatrale e il libro Darwin: "Ma siamo scimmie da parte di padre o di madre?", uscito in libreria a settembre 2016.
Vengono pubblicati postumi i volumi: "Quasi per caso una donna. Cristina di Svezia" e "Il Barbarossa e la beffa di Alessandria".
Da febbraio 2017 va in onda su Rai 5 il documentario “Dario Fo e Franca Rame: la nostra storia” a cura del figlio Jacopo, una serie di 25 puntate grazie alle quali è possibile la rilettura degli ultimi sessant’anni di storia del teatro e della società italiana attraverso gli spettacoli e la biografia del premio Nobel Dario Fo e della sua compagna d’arte e di vita, Franca Rame.
Nel 2019 viene costituita dai familiari la “Fondazione Dario Fo e Franca Rame” che vede le nipoti dei due artisti, Mattea Fo e Jaele Fo, rispettivamente Presidente e Vice Presidente; il figlio Jacopo Fo e gli amici Marco Marchetti, Carlo Petrini e Doriano Cranco, membri del consiglio di amministrazione.
Per consultare la biografia completa visitare www.archivio.francarame.it
I curatori:
Mattea Fo compie studi di indirizzo artistico ed umanistico, inizia a lavorare giovanissima nelle attività correlate alla compagnia teatrale di famiglia, dove esegue lavori di revisione e messa a punto redazionale di pubblicazioni, cura la creazione e gli aggiornamenti di blog e siti web, ideando anche campagne pubblicitarie online. Dal 2011 lavora a stretto contatto con i nonni Franca e Dario specializzandosi nella conoscenza e nella gestione dell’immenso patrimonio conservato nell'Archivio di famiglia. Dal 2016 cura direttamente le mostre organizzate dalla Compagnia Teatrale Fo Rame.
Stefano Bertea compie studi ad indirizzo artistico ed umanistico, si forma nell’ambito del volontariato per i beni culturali, dove diventa, negli anni, responsabile di scavi di aree archeologiche; per parte di esse coordina la progettazione e la realizzazione di musealizzazioni temporanee.
Dal 2013 collabora con la Compagnia Teatrale Fo Rame dove, ad oggi, si occupa della gestione del patrimonio artistico dell’archivio. Dal 2016 cura, insieme a Mattea Fo, le mostre organizzate dalla Compagnia Teatrale Fo Rame.
FONDAZIONE DARIO FO FRANCA RAME
La “Fondazione Dario Fo e Franca Rame” nasce per atto notarile il 13.2.2019; in seguito, il 18.9.2019, riceve il riconoscimento della personalità giuridica. Ad oggi si compone di sei membri, tutti co-fondatori ed amministratori dell’Ente: il Presidente Mattea Fo, il Vice Presidente Jaele Fo, i consiglieri Jacopo Fo, Marco Luigi Marchetti, Doriano Cranco e Carlo Petrini.
La “Fondazione Dario Fo e Franca Rame” nasce grazie al desiderio di mantenere la memoria delle iniziative e delle attività di Dario Fo e Franca Rame; unitamente ad un’opera di divulgazione culturale diretta alle generazioni presenti e future ed ispirata alla vita e all’arte dei due celeberrimi personaggi, in cui il talento artistico e le opere realizzate si fondono in modo indissolubile con la storia personale e l’impegno politico e sociale, regalando, al contempo, un esempio unico di Vita e di Arte.
Dario Fo e Franca Rame hanno raccontato la storia di questo nostro Paese attraverso l’arte in tutti i suoi ambiti: teatro, letteratura, pittura.
E lo hanno fatto dalla parte degli esclusi, degli emarginati, dei dimenticati.
Si sono occupati di difesa dell’ambiente, della valorizzazione dei beni culturali sempre con il massimo impegno.
La loro unione, di vita artistica e personale, è senz’altro patrimonio di vocazione internazionale: la fondazione è tesa proprio a salvaguardare e diffondere il loro esempio umano ed artistico creando un centro operativo in cui raccogliere, promuovere e divulgare tutte le iniziative, le idee ed i progetti coerenti con il pensiero, la vita e i valori di Dario Fo e Franca Rame: artisti eclettici, di talento istrionico e spessore umano cui la fondazione stessa intende nutrire la memoria e diffonderne il pensiero politico culturale e sociale, anche mediante una genuina attività di proselitismo che raccolga su di sé risorse umane ed economiche.
La produzione artistica di Dario Fo e Franca Rame è incredibilmente ampia. Una produzione salvata grazie al grande impegno di Franca Rame che nei decenni ha raccolto tutto creando un archivio immenso ed estremamente prezioso.
E’ necessario conservare la memoria di queste due straordinarie persone ma non solo: permettere alle generazioni future di poter usufruire di questo patrimonio, di poterlo studiare e contemporaneamente proteggerlo.
L’importanza di fare per ricordare: la Fondazione Dario Fo e Franca Rame è stata creata proprio per questo: fare per ricordare. Perché come diceva Dario Fo: «Il piacere di usare il cervello non ha eguali. Quindi tenetelo sempre acceso ed evitate che le banalità di cui tutti siamo vittime riescano a spegnere questa macchina straordinaria.»
Per maggiori informazioni sulle attività della Fondazione Fo Rame
www.fondazioneforame.org
info@fondazioneforame.org
Per informazioni sulla rassegna: Castello di Postignano www.castellodipostignano.it
t. +39 0743 788911 info@castellodipostignano.it
L’Artista Italiana Roberta GULOTTA parteciperè all’evento con 6 quadri, uno dei quali, inedito, si chiama ''IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE''.
Dal 7 al 30 maggio “ITALIA RUSSIA TOUR” inaugura la nuova stagione espositiva al Museo MIIT di Torino, dove si terrà una mostra in videoesposizione in contemporanea alla GEFEN GALLERY DI MOSCA, e una Mostra in 3D in preparazione al tour russo autunnale tra Mosca, San Pietroburgo, Kirov e Novgorod.
L’Artista Italiana Roberta GULOTTA parteciperè all’evento con 6 quadri, uno dei quali, inedito, si chiama "IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE" (Tempera acrilica su tela rotonda a vernice dorata diametro cm. 100).
“L’opera - spiega l’Autrice - è stata pensata e studiata a seguito del momento che stiamo vivendo ovvero l'emergenza pandemica del COVID 19. Una emergenza che ha toccato tutto il mondo e che ha fatto muovere tutta la ricerca farmaceutica. Il mio dipinto - prosegue Roberta Gulotta - attraverso simbologie ed ambientazioni, vuole porre l'attenzione proprio sulla ricerca e la farmaceutica, non a caso è raffigurato il "caduceo".
Attraverso una sorta di scenografia, che ricorda le antiche farmacie dai soffitti storici a volta, vi sono retaggi di ricordi e profumi di spezie ed anche di farmaci galenici.
La cura in quanto luce e soluzione: lo studio viene simboleggiato e raffigurato con il libro centrale, la ricerca e gli strumenti che possano far sperare in una soluzione. Fra i tanti oggetti che mi hanno sempre affascinato, i barattoli della farmacia, contenitori dalle fragranze più misteriose, recipienti e scrigni di potenti e pregiati unguenti e prodotti alchemici”.
I titoli delle altre opere sono: "CINEMA CINEMA CINEMA" e "LA FABBRICA DEI SOGNI" (entrambe dedicate al cinema), "CRYPTO" , "IL VOLO DI VENERE" , "VIDES PRESENTE"
www.roberta-gulotta.com
www.museomiit.it
Opening Exhibition sabato 29 maggio ore 11.00 - 22.00
Sabato 29 maggio la galleria d'arte FABER ospiterà la mostra el volador di Jacopo Mandich.
Il nuovo progetto di Mandich prende le mosse dal graphic novel el volador (edizioni FABER), primo lavoro interamente illustrativo dell'artista che cela al suo interno un interessante risvolto partecipativo.
Il corpo centrale delle opere è composto principalmente da disegni, che interagiscono con sculture e strutture materiche tridimensionali; il percorso espositivo è concepito come un'unica installazione in cui lo spettatore può letteralmente immergersi nella realtà visionaria creata da Mandich.
China, acquarello, matita, carta e solo in minor misura ferro e legno: un sorprendente interludio tecnico da parte di un autore che è solito esprimersi principalmente in scultura e che in questa occasione sembra prediligere il segno alla materia. Tuttavia, nonostante l'utilizzo di un diverso linguaggio formale, l'esposizione mantiene da un punto di vista concettuale una continuità coerente con l'intero percorso che l'artista ha sviluppato nel progetto Forze invisibili. La volontà è quella di indagare le paure, i desideri, i sogni per capire le spinte interiori che muovono gli esseri umani.
Il titolo el volador s'ispira a uno dei concetti più noti e controversi espressi dallo scrittore Carlos Castaneda. È proprio “quello che vola” ad accompagnarci nel viaggio onirico della narrazione, illustrato attraverso l'ambiente immersivo della mostra. El volador esplora un mondo surreale, dimensioni altre, la nostra parte meno conosciuta che ci parla per immagini e colori rendendo visibile il non visibile. Il ritmo che scandisce il racconto è avvolgente, quasi claustrofobico, ma il vortice è interrotto da precisi momenti di pausa ad evocare una concezione del tempo distante, incosciente e interiore.
È la realtà del sogno al centro dell'ultima ricerca di Jacopo Mandich, una realtà insita in ognuno di noi e a cui l'artista si avvicina guardando agli studi di Jung e alle proprie esperienze personali. Un universo introspettivo di simboli e archetipi dove l'inconscio diviene rivelatore di meccanismi psicologici che sono parte integrante della vita e che possono svelarci i segreti del nostro animo.
La mostra sarà visitabile nel rispetto delle normative sanitarie vigenti.
a cura di Cristian Porretta
dal 29 maggio al 24 luglio 2021 martedì-sabato 10:00-19:00 domenica su appuntamento galleria d'arte FABER
via dei Banchi Vecchi 31, 00186 Roma | tel 06 68808624 galleriadartefaber.com | info@galleriadartefaber.com
Valerio Giacone - Inaugurazione sabato 19 settembre ore 11.00-22.00.
Sabato 19 settembre la galleria d'arte FABER ospiterà la mostra UNO di Valerio Giacone.
Giacone indaga il valore e la sacralità dell'uomo, rendendolo icona di se stesso in quanto portatore del divino.
Il ritrovato approccio pittorico da parte dell'artista e la sua propensione per l'indagine interiore sono l'essenza di questo profondo e multiforme slancio poetico.
L'esposizione è concepita come un viaggio visionario nell'io; l'alternarsi di tecniche e di diversi linguaggi scandisce il ritmo allestitivo di un percorso espositivo pensato come un corpo unico, in cui risultano, tuttavia, ben distinti i singoli momenti.
In questo racconto emozionale di memorie del vivere si raccolgono ed esplodono le varie fasi di sperimentazione attraversate dall'artista nel corso degli ultimi anni di ricerca: dall'amore per il segno agli studi sul cromatismo, dal gusto per la trasformazione della materia fino all'attuale inclinazione verso l'installazione.
L'incipit della mostra si ritrova nella vasta raccolta di opere pubblicate nel libro Non ho mai smesso di sognare il mare, edito da Andante; immagini e pensieri elaborati da Valerio durante il recente periodo di confinamento globale.
La mostra UNO è la fase conclusiva di un progetto molto articolato da parte di Valerio Giacone, sviluppatosi nel corso delle esperienze residenziali vissute presso l'eremo di Santa Maria delle Grazie, sul monte Soratte, nell'ambito della rassegna Tracce e presso il Museo della Mole Vanvitelliana di Ancona.
a cura di Cristian Porretta
dal 19 settembre al 15 novembre 2020
martedì-sabato 11:00-19:00 domenica su appuntamento
galleria d'arte FABER
via dei Banchi Vecchi 31, 00186 Roma | tel 06 68808624
galleriadartefaber.com | info@galleriadartefaber.com
All'aeroporto è atterrata la Stream Machine con la caleidoscopica arte generativa degli Streamcolors.
I viaggiatori sono invitati a vedere Milano con occhi nuovi trasformando in arte astratta luoghi e temi simbolo della metropoli e proiettandola in un futuro immaginifico.
Un’esperienza già portata avanti da Streamcolors in Europa e nel mondo, che fa dello studio un pioniere nella sperimentazione di un uso differente dei tradizionali software dell’industria dei videogiochi.
MILANO MALPENSA - Ogni viaggio è un’esperienza unica ed emozionante e a renderla ancora più memorabile sono anche i luoghi di passaggio, sempre più attenti ai viaggiatori.
All’interno dell'aeroporto di Malpensa dal 18 dicembre per tre mesi, fino al 31 marzo 2020, si può vivere un momento magico, di pura arte digitale.
Il progetto Stream Machine Milano, realizzato dallo studio di Milano Streamcolors all’interno della rassegna NICE TO MEET YOU carata da MEET Centro di Cultura Digitale e promossa da SEA Aeroporti, permette a chi attraversa la Soglia Magica, ovvero la Porta di Milano a Malpensa (Terminal 1), di potersi fermare un attimo ad ammirare la Milano che cambia. Su un grande schermo (oltre 12 metri) prende vita un’installazione interattiva con immagini di grande impatto emotivo dal 1744 ai giorni nostri dei luoghi e temi simbolo del capoluogo milanese: il Duomo, la
Galleria Vittorio Emanuele, la Scala, i Navigli, il Castello, i trasporti e lo skyline.
È il racconto della storia della città che, prima attraverso quadri, poi foto in bianco e nero e poi a colori, si evolve in opere di arte digitale contemporanea. Attraverso un controller con joystick e pulsanti tipici dei cabinati dei videogiochi degli anni ‘80, è proprio il visitatore a poter trasformare le 21 immagini iniziali in arte astratta grazie al ai Giganti, sculture digitali tridimensionali che caratterizzano da 20
anni i lavori degli Streamcolors.
L’installazione rientra a pieno nella poetica dello studio che passa attraverso lo sviluppo dei propri strumenti digitali (software) per coinvolgere direttamente lo spettatore e fa parte del filone dei progetti realizzati negli ultimi anni, anche al di fuori dei confini nazionali, con Stream Machine, il sistema d’arte generativa ideato da Streamcolors.
“Stream Machine Milano - racconta Giacomo Giannella direttore artistico di Streamcolors - permette agli spettatori di co-creare visioni surreali astratte e infinite andando alla ricerca dell’incanto. È la possibilità di prendere in prestito l’arte dei quadri e delle fotografie per proiettare Milano in un futuro immaginifico con l’occhio digitale della macchina e il gusto estetico di ogni persona. Un invito a un viaggio con occhi nuovi dentro Milano grazie all’arte digitale”.
ore 15:00 (ritrovo 15 min. prima) via Messina 55 - Milano (MI)
Costo € 20,00 a persona
Durata: 1 ora e 30 min. circa
Ora di ritrovo: 14:45 - Ora di inizio visita 15:00
Luogo di ritrovo: via Messina 55
Facilmente raggiungibile con metropolitana MM5 lilla fermata Cenisio.
(Direzione opposta a quella per la Fabbrica del Vapore)
Posti limitati a esaurimento. La prenotazione è obbligatoria.
Per informazioni e/o prenotazioni contattare:
Alberto Raverdino e-mail: alberto@raverdino.it oppure al cellulare 3475736724
Sconosciuto ai più, il Museo del Profumo è un luogo magico tra i più nascosti di Milano.
Una visita guidata speciale che si avvale dell’esperto internazionale di Profumeria d’Epoca Giorgio Dalla Villa, che con i suoi racconti svelerà le storie delle più celebri fragranze che si intrecciano ad eventi storici, personaggi celebri, creazioni artistiche dei manifesti pubblicitari e delle scintillanti boccette di profumo realizzate in raffinate fogge dall’epoca napoleonica a quella Liberty fino a quelle più audaci degli anni ‘50. Il Museo non è sempre accessibile, è un’occasione da non perdere, una visita inconsueta.
Anna Oberto | Marcela Moraga | Clarissa Falco
Opening sabato 16 novembre ore 18
16 novembre - 26 gennaio 2020
a cura di
Alessandra Poggianti e Elvira Vannini
TERZOPIANO - Piazza dei servi 7 - 55100 Lucca
Sarà inaugurata sabato 16 novembre alle 18, e resterà aperta fino al 26 gennaio 2020, la mostra EVERY LETTER IS A LOVE LETTER delle artiste Anna Oberto, Marcela Moraga e Clarissa Falco, curata da Alessandra Poggianti ed Elvira Vannini per TERZOPIANO arte contemporanea Piazza dei Servi, 7 Lucca.
EVERY LETTER IS A LOVE LETTER è una mostra transgenerazionale declinata al femminile che mette al centro la scrittura intima, l'esperienza del fuori tema e di tutto ciò che rimane ai margini delle narrative ufficiali.
La mostra si apre con il lavoro di una delle principali esponenti della scena verbo-visuale italiana: Anna Oberto (Ajaccio, Italia, 1934), che ha incentrato la sua ricerca artistica e letteraria sul linguaggio e sulla scrittura. Già nel Manifesto Femminista Anaculturale, redatto nel dicembre 1971, Anna Oberto si poneva la questione della scrittura femminile - non tanto quella letteraria ma quella del privato: “Liberiamo il linguaggio e libereremo la donna!” insieme alla possibilità di sperimentare una scrittura abitata dal «femminile».
Non si tratta solo di visual poetry ma di un atto di discorso che contesta la grammatica e l’alfabeto, il linguaggio si fa situato e femminilizzato e interrompe il “monologo della cultura patriarcale”. Nelle sue tavole e collage la scrittura è rigorosamente a mano, calligrafica, usata per ridare corpo alla parola.
E su quel dare corpo alla parola si inserisce la pratica artistica di Clarissa Falco (Genova, Italia, 1995). La giovane artista presenta una produzione di lavori che si articola a partire dall’idea di corpo. Corpi come “macchine desideranti’, oltre la distinzione tra soggetto e oggetto, privati delle proprie sembianze per diventare ingranaggi o parti meccaniche.
“Ovunque sono macchine, per niente metaforicamente: macchine di macchine, coi loro accoppiamenti, colle loro connessioni. Una macchina-organo è innestata su una macchina-sorgente: l’una emette un flusso, che l’altra interrompe. Il seno è una macchina che produce latte, e la bocca una macchina accoppiata a quella” (Deleuze e Guattari, Anti Edipo, 1972).
Falco sceglie il corpo femminile che viene traslato in elementi industriali creando una nuova grammatica sull’idea di forza legata al desiderio e alla femminilità.
La stessa soggettività femminile che si ritrova nei tessuti andini proposti da Marcela Moraga (San Fernando, Cile, 1975), un mezzo importante per trasmettere e preservare i tratti essenziali della vita di una società. La tradizione della tessitura è, infatti, al centro di tutta la comunità andina. I tessuti sono la superficie su cui le donne trasferiscono i dati relativi alla loro economia locale, ad incidenti storici ed ai valori estetici. L'artista cilena interviene su diversi tessuti usando feltro e ricami per illustrare un’altra storia, quella sui processi di estrazione dei minerali nella catena montuosa andina, causa della contaminazione e della siccità delle acque e dei conseguenti problemi sociali ed economici che colpiscono gli indigeni andini. Per la prima volta, viene presentata la serie completa, arricchita di due nuovi lavori realizzati in Toscana.
[…] “fatto a mano” [...] è emblematico di un nuovo modo di proporre l’operare artistico come ricerca linguistica, avanzata collettiva e manifestazione di un contenuto ideologico, di come questo unicum può essere agito e circolato nella consapevolezza della funzione dell’artista, per la creazione di una nuova qualità del vivere sociale. [...].
Il titolo della mostra - EVERY LETTER IS A LOVE LETTER - è ripreso dal romanzo “I Love Dick” di Chris Kraus, pubblicato per la prima volta da Semiotext(e) nel 1997, in cui la protagonista, attraverso montagne di lettere indirizzate ad un uomo, dà voce ai suoi sentimenti e frustrazioni, con la complicità del marito Sylvère Lotringer. «Un nuovo tipo di forma letteraria», un genre-bending cui la stessa Kraus ha definito un nuovo genere femminista: «Fenomenologia della Ragazza Solitaria».
Mostra visitabile su prenotazione contattando il numero +39 3487252628
Progetto finanziato da Cantiere Toscana, rete territoriale per la ricerca, produzione e formazione per l’arte contemporanea.
Per info: info@terzopiano.org
Alle Tenute La Montina di Monticelli Brusati (BS) in Franciacorta la mostra "Beatles Memorabilia Show", 9 novembre 2019 - 10 gennaio 2020
In mostra gli oggetti più significativi del collezionismo beatlesiano.
Fra le curiosità, sei litografie di John Lennon.
Nell’ambito di Art, Rock & Wine, sarà ospitata da sabato 9 novembre nella Galleria d’Arte Contemporanea delle Tenute La Montina a Monticelli Brusati (BS) in Franciacorta, la mostra “Beatles Memorabilia Show”, curata da Rolando Giambelli fondatore di Beatlesiani d’Italia Associati, che sarà presente domenica 24 novembre alle ore 10.00 per raccontare la mostra al pubblico.
La mostra, che resterà aperta fino al 10 gennaio 2020, racconterà aspetti poco conosciuti e curiosità dei quattro ragazzi di Liverpool che con la loro musica hanno cambiato il mondo. Sarà un’esposizione diversa rispetto a quelle organizzate di solito nella galleria de La Montina, per lo più dedicate a pittura e scultura, un tributo al gruppo che – al di là del segno indelebile e unico lasciato in ambito musicale - è riuscito a contaminare le più diverse forme di creatività, ispirando intere generazioni.
Tra i Memorabilia provenienti dal Beatles Museum italiano - ospitato dal 2009 presso il Museo della Mille Miglia di Brescia - gli oggetti più significativi del collezionismo beatlesiano: libri, foto, dischi, vinili, autografi, lettere, fanzine e gadget vari. Ad alternarli, per dare una collocazione temporale e contestuale, la narrazione fotografica dei momenti salienti della carriera dei Beatles.
Nel racconto fotografico, un capitolo sarà dedicato a I Beatles e l’Automobile, con scatti dei membri della band a bordo delle auto più belle dell’epoca: Rolls Royce, Bentley, Jaguar, Mercedes-Benz, Ferrari, Ford, Ispano Suiza, Mini Morris, Herald, Triumph, Volkswagen, Fiat 500.
Di grande impatto, in chiave “beatlesiana” sarà la sezione ispirata al cibo e alla cucina, “Metti i Beatles a Tavola”. Nove pannelli con immagini scelte e sette ingrandimenti e riproduzioni fotografiche di alcune delle opere di Andrea Rauch, graphic designer e illustratore toscano di fama internazionale che, ispirato dal libro scritto da Ippolita Douglas Scotti di Vigoleno “Metti i Beatles nella Zuppa”, ne illustrò le pagine.
A completare il percorso, un prestito importante, ovvero sei delle quattordici copie di litografie di John Lennon tratte dalla collezione privata Bag One: Alphabet Page, Bed In For Peace, Exchange Of Rings, I Do, John & Yoko e The Honeymoon.
Più di una mostra, dunque, un vero e proprio tuffo nella storia recente raccontata attraverso il mondo beatlesiano vasto, originale e iconico.
LA MOSTRA-ISTRUZIONI PER L’USO
Titolo: Beatles Memorabilia Show
Luogo: Tenute La Montina – Via Baiana 17, 25040 Monticelli Brusati (BS)
Date: 9 novembre 2019 – 10 gennaio 2020
Orario: Su prenotazione
Informazioni: tel. 030 653278 - comunicazione@lamontina.it - www.lamontina.it
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Le Tenute La Montina di Monticelli Brusati sono fra le aziende storiche della Franciacorta. Le vigne aziendali sviluppano su di una superficie vitata di circa 72 ettari, dislocati in 7 Comuni della Franciacorta. Vigneti, con giacitura preminentemente collinare, impiantati su terreni calcarei e limo-argillosi con una resa circa di 100 quintali per ettaro con densità di 5.400/7.000 ceppi per ettaro. La cantina si estende per 7.450 m² sotterranei, il che garantisce tutto l’anno la minore escursione termica possibile (attorno ai 13°- 16°) e condizione ottimale per la giusta maturazione dei Franciacorta. La produzione media è di 380.000 bottiglie annue. Distributore nazionale La Montina: RINALDI 1957 SPA www.rinaldi.biz
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BEATLESIANI D’ITALIA ASSOCIATI - THE BEATLE PEOPLE ASSOCIATION OF ITALY
Via Biseo 18-25124 Brescia - Italy
C. F. 98049200177 - P.IVA 03275040172
Tel. 0039 (0) 30/30 30 92 - Fax 0039 (0) 30/30 69 19 Cell. 336 41 19 14
Web: www.thebeatles.it www.beatlesiani.com mail to: beatlesiani@beatlesiani.com
La mostra sarà inaugurata il 26 ottobre alle ore 17.00 nelle sale di Villa Filippini in Besana Brianza (MB).
E’ proprio vero, sono passati trent’anni dalla scomparsa di Walter Lazzaro anche se molti appassionati d’arte lo rivedono come se fosse ancora presente nel suo atelier di via Brera.
Per ricordarlo l’Associazione Amici dell’arte di Aligi Sassu, in collaborazione con l’archivio Lazzaro propone una importante retrospettiva di opere dagli anni trenta agli anni ottanta.
Si tratta di una accurata selezione di lavori raccolti in un piccolo ma significativo catalogo, con prefazione del prof. Felice Bonalumi, che testimonia il mutare e l’evolversi nel modo di interpretare la pittura di questo Maestro del novecento.
La mostra sarà inaugurata il 26 ottobre alle ore 17.00 nelle sale di Villa Filippini in Besana Brianza (MB).
SCHEDA TECNICA
Spazio Espositivo:
Sale espositive di Villa Filippini - Via Viarana 16 - 20842 Besana in Brianza (MB)
Ente Promotore:
Associazione Culturale Amici dell’Arte di Aligi Sassu .
Patrocinio:
Il Consiglio della Regione Lombardia, Provincia di Monza Brianza, Città di Besana in Brianza,
Curatore mostra e catalogo:
Adriano Corsi
Testo critico
Felice Bonalumi
Data:
Dal 26 ottobre al 25 novembre 2019
Orari di apertura:
Sabato, Domenica e Festivi 15-18
Feriali su appuntamento per gruppi e scuole
Lunedi 1 novembre, chiuso
Lunedi 25 novembre dalle 10 alle 18
Ufficio Stampa e informazione:
Associazione Culturale Amici dell’Arte di Aligi Sassu
Via Viarana 16, 20045 Besana in Brianza (MB)
Tel. 0362 996368 - Cell:3394943137
email: info@amicialigisassu.it
http://www.amicialigisassu.it
Trenta fogli “appesi” insofferenti di cornici e recinti, liberi di volare negli sconfinati territori della fantasia.
BLU è il titolo della personale di Giorgio Melzi curata dallo studio di comunicazione And Eventi Comunicare è Arte! con la curatela di Alessandra Anna Meneghetti, la collaborazione di Top Digital innovativa società milanese di Audio Post Production, legata in modo significativo al percorso dell’artista e di Adriano Corsi, gallerista milanese di chiara fama, e l’Archivio Galleria Lazzaro by Corsi.
Un appuntamento da non perdere, il 24 Ottobre, sarà inaugurata BLU, workOnPaper; una sorprendente raccolta di opere dal 2010 ad oggi BLU è dare voce alle emozioni che il Maestro Giorgio Melzi ha l’abilità di rievocare attraverso le sue opere. L’empatia che si crea è la stessa che amiamo scoprire nella poesia. E’ la mano del Maestro capace di dipingere in rime e in versi.
Trenta fogli “appesi” insofferenti di cornici e recinti, liberi di volare negli sconfinati territori della fantasia.
La carta,materiale grezzo e pregiato, supporto nobile quanto la tela ma ancora più complice di un artista che sa mescolare modernità e tradizione, che vive colore e materia come indivisibili elementi di una visione atemporale dell’arte.
Materia, colori, suoni: un’esperienza sensoriale completa, un modo per conoscere un grande artista e per ritrovare, attraverso la sua inesauribile carica vitale, anche noi stessi.
GIORGIO MELZI
BLU workOnPaper
Dal 24 ottobre al 16 novembre 2019
Inaugurazione: giovedì 24 ottobre 2019, ore 18:00
info: press@andeventi.it - tel. 39.348.22.84.301
ARCHIVIO GALLERIA LAZZARO by CORSI
via Cenisio , 50 20154 Milano
www.gallerialazzaro.it - archivio@gallerialazzaro.it
telefono e fax 02 36521958
Orario: martedì - sabato: 9 - 13 / 15 – 19
domenica e lunedì - chiuso
Si inaugura con cocktail, giovedì 3 ottobre 2019, alle ore 18, presso L’Archivio Galleria Lazzaro by Corsi, in via Cenisio 50 a Milano, , il concorso internazionale d’arte contemporanea ideato dal Museo Magmma di Villacidro, che ha visto prevalere Laura Fonsa (per la sezione Grafica) e Marco Barberio (per la sezione Pittura).
A giudicarle è stata una giuria composta da Umberto Palestini, direttore dell’Accademia di Belle Arti Urbino (tra le istituzioni artistiche più importanti d’Italia), Vittorio Spampinato, direttore artistico del Museo Cà La Ghironda Zola Pedosa città metropolitana Bologna, Alessandra Redaelli, storica e giornalista di Arte Mondadori Milano, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, Giorgio Sorrentino della Galleria Artesanterasmo di Milano, Vitaliano Angelini, presidente Incisori Urbinati, e Arialdo Ceribelli, direttore antiquario collezionista della Galleria Ceribelli di Bergamo.
Il Premio Marchionni è stato istituito per ricordare la figura di Dino Marchionni, incisore che nel 1954 lasciò la sua Urbino per insegnare a Villacidro, dove rimase fino alla fine della sua vita.
La mostra resterà aperta fino al 19 ottobre 2019 negli orari di apertura della galleria.
da martedì a sabato: 9.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00 – domenica e lunedì: chiuso