I corpi recuperati a seguito del tragico incidente furono 94, mentre è rimasto incerto il numero esatto di dispersi.
Nel drammatico incidente persero la vita uomini, donne e decine di minori provenienti principalmente da Afghanistan, Pakistan, Siria, Iran.
Necessaria una maggiore condivisione delle responsabilità e un approccio coordinato a livello europeo nei salvataggi in mare, per evitare sempre più sofferenza e morte.
L’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), l’UNHCR (l’Agenzia ONU per i Rifugiati) e l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia), si uniscono nel ricordo di un naufragio che scosse le coscienze e che dimostrò, ancora una volta,quali siano i rischi che migranti e rifugiati corrono nel tentativo di fuggire da contesti drammatici quali conflitti, povertà, emergenze climatiche, violenze e abusi subiti nei paesi di transito.
L’anniversario della tragedia di Cutro avviene proprio nei giorni in cui arrivano conferme di notizie di nuovi naufragi avvenuti al largo della Tunisia, al largo di Zarzis e di Mahdia.
Se il 2023 è stato caratterizzato da un aumento del 30% dei morti in tutto il Mediterraneo rispetto all’anno precedente (dagli oltre 2.400 del 2022 agli oltre 3.100 del 2023), le prime settimane del 2024 fanno già registrare il bilancio drammatico di oltre 160 morti.
Le tre organizzazioni continuano a sollecitare lo sviluppo di politiche a lungo termine in grado di fornire risposte umanitarie concrete, garantire il rispetto dei diritti umani di migranti e rifugiati e allo stesso tempo debellare le attività delle reti criminali dei trafficanti.