Abbiamo assistito, in questi giorni che precedono le votazioni, al confronto tra tutti i candidati a sindaco di Roma. E abbiamo ascoltato le solite, tante (troppe) ridondanti parole.
"Vinceremo", "vincerò", "abbiamo già vinto" ...
Non sappiamo quanti concorderanno con questo pensiero ma, ad essere sinceri, e scevri da qualsiasi condizionamento, dobbiamo constatare, purtroppo, che nessuno si è rivelato convincente.
Uno dei candidati/e sicuramente vincerà, resta da capire chi: il peggiore o il meno peggio?
Quanto blaterare sulla maturità dei romani, sul loro senso di responsabilità, sul loro saper individuare con certezza chi sicuramente si prenderà cura dei loro bisogni.
E loro? I romani?
Sanno bene di essere loro stessi parte sostanziale del degrado materiale e immateriale della città; lo sanno bene perchè (non tutti ma troppi) hanno perso il senso del bene comune e del rispetto reciproco.
Tutto è lecito (questo è diventato il modus operandi) se ci sono buone possibilità di farla franca.
Il tassista che trucca il prezzo della corsa, il ristorante che occupa il suolo pubblico, gli autobus che non passano, le bollette non rispondenti agli effettivi consumi, le strade sporche, stazioni della metro fatiscenti, eccetera eccetera ...
Ecco, anche questi sono cittadini romani; cittadini furbi ma cittadini; loro, come tanti altri vorrebbero poter continuare a fare i loro comodi.
E allora per chi voteranno questi cittadini?
Per il più onesto o per chi (pensano) consentirà loro di continuare tutto come prima a danno (ma tanto chissenefrega) della città e del suo sviluppo?
Siamo in ritardo di decenni rispetto ad altre capitali: Roma dovrebbe ricevere almeno 3 volte il numero di turisti e viaggiatori che riceve attualmente, ma sono in troppi quelli che boicottano la sua crescita per continuare a pascolare in quei tanti e circoscritti interessi che danneggiano la collettività.
Quanti, nel segreto dell'urna, prima di votare, saranno in grado di farsi un esame di coscienza?