Terremoto in Turchia e Siria, rifugiati del Sud Sudan, prospettive di ritorno a casa per gli Ucraini in fuga, sostegni nello Yemen, siccità nel Corno d'Africa e esodi di massa in conseguenza del riscaldamento globale.
Da quando la nostra redazione è entrata in contatto con UNHCR le nostre convinzioni sul degrado crescente dell'umanità, o perlomeno di quella parte di umanità che avrebbe il potere di cambiare le cose e addirittura il corso della storia, si sono fatte via via più marcate.
Singole persone che incidono in maniera negativa sulla qualità di vita e sul futuro di milioni di altre così come i governi che non agiscono nell'interesse dei cittadini e che operano con il solo obiettivo di perpetuare se stessi, .. sono questi i mali che affliggono il nostro pianeta; mali che, se non guariti o quantomeno arginati, porteranno l'intera umanità verso il baratro.
Basta guardare il cielo di notte, in assenza di inquinamento luminoso, per comprendere quanto sia piccola (e fragile) la nostra casa, la Terra, rispetto al cosmo: un miliardo di volte più piccola di un granello di sabbia.
Dovrebbe bastare questo a far sentire insignificante chiunque, dovrebbe bastare questo a far capire l'importanza di salvaguardare il pianeta e chi lo abita e non lo scriviamo così, tanto per filosofeggiare, ma perchè c'è bisogno urgente di un cambio di passo, ammesso che non sia già troppo tardi.
Pensate solo per un attimo se sforzi e investimenti in armamenti venissero convogliati ad azzerare fame e sete nel mondo oltre a contrastare i cambiamenti climatici ... la tecnologia civile farebbe passi da gigante e le energie alternative sarebbero a disposizione di tutti a basso costo.
Abbiamo visto quanto la comunità internazionale si sia attivata per portare aiuto agli sfollati di Turchia e Siria che, da un giorno all'altro, hanno perso tutto a causa del terremoto che ha fatto tristemente contare decine di migliaia di vittime.
In molti hanno risposto all’appello di emergenza lanciato da UNHCR per rispondere alla grave emergenza umanitaria, tra questi - ci fa piacere evidenziarlo - tante aziende italiane oltre ai team della protezione civile, tra i primissimi a portare soccorso e generi di sopravvivenza: cibo, tende, medicinali, coperte e tanto altro.
UNHCR è tuttora sul campo per assistere le persone colpite nei due Paesi.
Lanciando oggi il South Sudan Refugee Response Plan, l’UNHCR fa appello alla comunità internazionale perché aumenti il sostegno per i milioni di rifugiati che non possono tornare nei loro paesi, dove vige una fragile pace intervallata da cicli di violenza sporadica, e che affrontano l’impatto di una crisi climatica sempre più grave.
Quattro anni di alluvioni hanno provocato inondazioni in due terzi del paese, danneggiando decine di migliaia di case, terreni agricoli e bestiame.
I paesi ospitanti, che hanno generosamente accolto i rifugiati del Sud Sudan sopportano il peso della crisi con il sottofinanziamento, la siccità prolungata e una grave carenza di cibo, incluse le razioni alimentari destinate ai rifugiati.
A dodici mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, sono oltre 13 milioni le persone sradicate dalla propria terra, di cui quasi 8 milioni sono rifugiati fuggiti in tutta Europa e circa 5 milioni sfollati all’interno del Paese.
Secondo due nuovi rapporti pubblicati dall’UNHCR le loro prospettive di fare ritorno nell’immediato, tuttavia, sono offuscate dalle incessanti ostilità, dall’assenza di sicurezza e dal livello di distruzione nelle loro regioni di origine.
Il Deficit di 295 milioni di dollari nei finanziamenti mette a rischio l’invio di aiuti vitali nello Yemen.
L’UNHCR chiede sforzi e risorse maggiori per rispondere alle esigenze umanitarie pressanti e in continuo aumento rilevate nel Paese, a nove anni dall’inizio del conflitto.
Lo Yemen sta affrontando una crisi che si protrae da tempo e che ha innescato l’esodo di milioni di persone bisognose di protezione – civili yemeniti, rifugiati e richiedenti asilo – a causa delle conseguenze della guerra, dei cambiamenti climatici e del deterioramento dell’economia.
Salta la sesta stagione delle piogge consecutiva e l’UNHCR chiede assistenza urgente per la siccità nel Corno d’Africa.
Mentre l'intera area entra nella sesta stagione umida consecutiva senza piogge, il numero di persone in fuga continua ad aumentare.
Milioni di persone da Somalia, Etiopia e Kenya lottano per sopravvivere tra risorse idriche scarse, fame, insicurezza e conflitti.
l’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati, chiede 137 milioni di dollari USA per fornire aiuti salvavita a 3,3 milioni di rifugiati e sfollati interni; sebbene in Somalia la carestia è stata finora evitata, soprattutto grazie a una più ampia risposta umanitaria, le persone continuano a lottare contro una letale scarsità di acqua e cibo.
Ma c'è qualcosa che si aggiunge alle catastrofi umanitarie di cui sopra, qualcosa che ci riporta al nostro discorso iniziale e che dovrebbe preoccupare tutta la popolazione mondiale; una situazione che si è già innescata sulla quale, ammesso che sia ancora possibile, bisogna intervenire tempestivamente per invertirne la tendenza: il cambiamento climatico che, secondo gli esperti, fa prevedere 500 milioni di profughi per ogni grado in più sulla Terra.
"Il rischio è quello di ritrovarsi —tra sfollati interni e rifugiati in altri Paesi— con 500 milioni di profughi per ogni grado in più sulla Terra" avvertono gli analisti di Ener2Crowd.com.
Una stima realistica, considerando che già lo scorso anno si è avuto globalmente il 40% di piogge in meno rispetto alla media degli ultimi 30 anni.
Un drammatico aumento della siccità con il conseguente incremento del livello dei mari porterebbe all'infiltrazione di acqua salata nell’entroterra e alla compromissione della fertilità del terreno.
"La crisi climatica è sempre più chiara": è questo il messaggio di Ener2Crowd.com in occasione della Settimana Europea degli Investimenti per il Clima e punta il dito anche sul dilagante fenomeno del greenwashing: "oltre il 49 per cento degli investimenti verde scuro finisce in aziende grigie, che non presentano caratteristiche di sostenibilità".
Così il denaro della Green Economy sovente va a finanziare società petrolifere, compagnie aeree e giganti del carbone; meno del 5% di queste risorse soddisfa il requisito di sostenibilità al 100% domandato dall’Ue.
Naturalmente c'è chi crede, per interesse personale o mera ignoranza, che quanto sopra descritto sia solo allarmismo e che corrisponda solo ad una delle tante fasi che il nostro pianeta ha vissuto nel corso dei millenni; nel mentre in Sicilia si paventa il possibile razionamento dell'acqua nel corso dell'estate e in Pianura Padana, vista la scarsità di flusso nel Po, ci saranno problemi per irrigare i campi.
... Anche i passeggeri del Titanic pensavano che sarebbe andato tutto bene, poi però hanno dovuto fare i conti con la realtà.