Ormai l'abbiamo imparato, se la verità ha la possibilità di parlare una volta sola e la bugia mille volte è quest'ultima a diventare verità.
C'è chi porta a Montecitorio sassi presi dal letto asciutto dell'Adige, chi fa vedere le anse del Po in secca, chi dice che l'agricoltura delle prossime stagioni renderà il 30% in meno del normale, poi c'è chi afferma che gli allevamenti dovranno ridurre i capi di bestiame perchè non c'è acqua per dissetarli tutti.
Da mesi radio, telegiornali e giornali, ogni giorno, ci ricordano, a mezzo di servizi, dichiarazioni e tavole rotonde, che, forse, nei mesi più caldi, si dovrà arrivare al razionamento dell'acqua nelle case delle regioni italiane più a rischio.
E percio si stanno formando panel di esperti, associazioni internazionali, comitati interministeriali, agenzie di controllo locali, nazionali, internazionali; tutte entità che, a vario titolo, elargiscono stipendi a pioggia godendo di contributi statali e comunitari.
Quale argomento c'è, migliore dell'acqua, per ottenere finanziamenti?
In tempi di PNRR poi è un gioco da ragazzi.
Intendiamoci, non è che noi vogliamo minimizzare il problema; lo sappiamo da sempre che in certe aree del mondo questo Bene, l'acqua, scarseggia, lo sappiamo talmente bene che, nel tempo, più volte (lo citiamo soltanto per non apparire superficiali o complottisti) come testata - i nostri più affezionati lettori lo ricordano senz'altro - abbiamo partecipato a raccolte di fondi per scavare pozzi e costruire mini acquedotti nel continente africano.
A noi sembra che si stia preparando la strada per una nuova, grande, immensa, speculazione, quella che riguarda il bene primario per eccellenza, senza il quale non potremmo restare in vita.
E come al solito, dopo essere stati terrorizzati con previsioni catastrofiche, accetteremo di buon grado il prezzo da pagare e saremo addirittura grati a chi è riuscito a farci avere uno sconto.
E' un sistema collaudato, per mesi si fa crescere la preoccupazione sulla possibile carenza/assenza di un prodotto e su quanto potrà costare continuare ad averlo disponibile.
Sulla benzina si era ipotizzato che potesse srrivare a 3 euro il litro, così, alla fine, quando è rimasta intorno ai 2 euro, tutti (si fa per dire) hanno tirato un sospiro di sollievo.
A proposito, qualcuno può spiegare perchè con il petrolio di riferimento (Brent) stabile oggi intorno ai 75 dollari il barile, a Marzo del 2013 la benzina/diesel costava 10 centesimi al litro in meno pur con un costo del petrolio di 108 Euro a Barile?
Facendo la giusta proporzione oggi un litro di benzina/diesel dovremmo pagarlo 1,25 Euro, incluse accise e IVA, non (in media) 1,75.
Purtroppo nel nostro Paese il giornalismo d'inchiesta è quasi assente e quindi le bugie, siano esse riportate in buona o cattiva fede, prendono il sopravvento sulla verità.
Servizi interessanti quali la reale situazione dell'acqua nel mondo, della medicina e relative scoperte scientifiche, ad essere molto attenti si possono magari rintracciare su qualche netwok minore alle 2 di notte o sulle piattaforme di streaming ... ma solo se si sa dove cercare.
Nelle mani di chi stiamo mettendo il futuro?
Di coloro che vogliono venderci anche la natura?
Dopo l'acqua quale sarà la prossima speculazione ... l'Aria?
Qualche dato utile per farci riflettere su reali bisogni, carenze strutturali e inadempienze nei confronti dell'Europa, che costano molto care al nostro Paese.
Fonte Il rapporto Water Economy in Italy, realizzato da Proger con la collaborazione della Fondazione Earth and Water Agenda e presentato al Senato 4 giorni fa (21 marzo 2023).
*** L’Italia è più piovosa di Olanda o Germania, eppure la penisola è a rischio siccità a causa della mancanza di infrastrutture.
*** Lo stress idrico impatta su agricoltura, turismo e industria con danni stimati nell’ordine di 20 miliardi di euro tra 2000 e 2022.
*** L’Italia versa 165 mila euro al giorno alla UE come sanzione per infrazioni relative alla carenza di sistemi di depurazione e riuso delle acque reflue.
*** L’Italia soffre di una carenza di infrastrutture idriche per gestire e utilizzare l’acqua quando e dove serve ed è caratterizzata da una rete colabrodo: oltre il 40% dell’acqua potabile prelevata non arriva ai rubinetti.
"L’Italia è sostanzialmente ferma alle stesse capacità di invaso di mezzo secolo fa, ma con necessità e consumi aumentati enormemente.
Ci sono 531 grandi dighe la cui capacità d’invaso sarebbe di 13,652 miliardi di m3, ma i volumi reali sono inferiori del 35% a causa di ritardi nelle procedure di collaudo tecnico-funzionale, per interramento progressivo per mancato drenaggio e per carenza di nuovi investimenti".