E' urgente aiutare milioni di persone nel paese e altre centinaia di migliaia in fuga verso i paesi vicini.
Il conflitto in Sudan è entrato nel secondo mese; le Nazioni Unite e i suoi partner fanno appello per ottenere urgemtemente aiuti mentre il bilancio delle vittime cresce.
L’emergenza umanitaria subisce un’impennata e aumenta il numero di persone costrette alla fuga e bisognose fi tutto: cibo, assistenza sanitaria, riparo, protezione e altri aiuti essenziali.
“Questo conflitto è un duro colpo per la gente del Sudan, che già soffre sotto il peso di una situazione umanitaria disperata. Il desiderio, la volontà e l’impazienza delle agenzie umanitarie di compiere il loro lavoro sono più forti che mai” ha detto Martin Griffiths, Emergency Relief Coordinator.
“La firma della Dichiarazione di Impegno è stato un importante primo passo verso la protezione dei civili e la consegna degli aiuti in sicurezza. Ma ora abbiamo bisogno della generosità della comunità internazionale per aumentare la portata della nostra risposta e raggiungere tutte le persone che ne hanno bisogno”.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha detto: “Dopo più di un mese di crisi, un numero incalcolabile di persone rimane in Sudan in preda al terrore, e chi è riuscito a fuggire oltre i confini del paese ha bisogno di aiuto e si trova spesso in luoghi estremamente difficili da raggiungere e in cui le risorse scarseggiano.
Gli operatori umanitari fanno tutto il possibile ma dobbiamo ancora una volta fare appello ai Paesi e a quei soggetti che hanno i mezzi perché si facciano avanti e mettano a disposizione le risorse necessarie per aiutare chi ha perso tutto”.
Il Piano Umanitario di Risposta si concentra sulla rapida distribuzione di cibo e acqua, sulle misure sanitarie e altri aiuti salvavita.
Il Piano, che mette insieme 92 partner, prevede l’espansione delle operazioni in zone dove il conflitto è più intenso, come la capitale Khartoum, insieme ad altre zone verso le quali molte persone sono fuggite per scampare alla violenza, tra cui il Darfur occidentale, meridionale e settentrionale.
Il Refugee Response Plan aiuterà i paesi ospitanti a coordinare la risposta con un approccio che prevede il coinvolgimento di tutta la società, a sostegno dei governi e delle comunità di questi Paesi.
Il piano delinea la strategia multisettoriale e le richieste finanziarie di 140 partner per fornire protezione e assistenza umanitaria alle persone costrette alla fuga oltre i confini.
Tra le necessità più urgenti e immediate ci sono l’acqua e le fognature, il cibo, l’alloggio, i servizi sanitari, l’assistenza in denaro e i beni non alimentari di prima necessità. In particolare nel Sud Sudan e nella Repubblica Centrafricana, lo spostamento delle persone dalle zone di confine è un’enorme sfida logistica e finanziaria. In molti paesi ospitanti è in arrivo la stagione delle piogge.
Qui si può trovare una sintesi congiunta del Piano di risposta umanitaria rivisto (HRP) e del Piano Regionale di Risposta per i Rifugiati per la crisi in Sudan: https://reporting.unhcr.org/document/4837