Niente sarà più come adesso e forse non esisterà più la parola ''guerra'', così come - sempre forse - non esisteranno più uomini determinati ad uccidere i propri simili.
Siamo nel 2124, vivo in un mondo ipertecnologico eppure, in qualche modo, ho mantenuto i contatti con un passato appartenuto ai miei avi e sempre più difficile da conservare, perchè i segni del tempo si manifestano sempre più evidenti su manoscritti, fotografie (oggi definite preistoriche) e su vetusti supporti digitali non più in uso da decenni.
Oggi ci si sposta su navicelle che vengono a prenderti davanti casa, non al livello del suolo, bensì davanti casa, nel senso della porta finestra che al 30° piano (o qualsiasi altro) dispone di una piattaforma di carico/scarico... per persone e/o merci.
Nella cassetta dei ricordi, che contiene reperti risalenti agli anni 20 del secolo precedente (il 21°) trovo una specie di cilindro che portava il mio nome, Alexa; mi fa strano pensare che 100 e più anni fa questo strumento, utilizzando una tecnologia rudimentale, serviva a far comunicare le persone tra loro e ad assolvere alcune funzioni domestiche.
Eppure leggendo gli scritti dei miei bisnonni e trisnonni (quei pochi rimasti e che conservo gelosamente) ho appreso che l'epoca vissuta da loro a partire dal 1960 è stata caratterizzata da uno sviluppo neanche lontanamente immaginabile nei decenni precedenti.
Nel 1969 l'uomo posò il piede sulla Luna in rappresentanza di una federazione di Stati che oggi non esiste più in quanto il nostro pianeta, Gea, è parte di un sistema articolato multiplanetario.
La luna oggi è un posto in cui si può andare a trascorrere una breve vacanza, magari solo per osservare il nostro pianeta dall'esterno.
Libri non ne esistono più e neanche le scuole, tutto quello che c'è da sapere viene trasmesso direttamente al nostro cervello attraverso cuffie sensoriali dalle quali apprendere anche nozioni e informazioni extra su aree geografiche in previsione di future visite.
I boschi intesi come tali non esistono più, ci sono delle zone verdi sterminate (spesso inaccessibili) che hanno il solo scopo di contrastare la produzione di anidride carbonica e quindi il riscaldamento climatico; da decenni non vengono più utilizzati combustibili fossili, anche se la transizione verso le energie rinnovabili ha causato guerre che hanno annientato milioni di giovani vite.
Oggi l'energia viene prodotta in grande quantità sfruttando le maree: enormi reti, formate da tanti piccoli anelli, vengono collocate in mezzo agli oceani, le correnti marine fanno girare ininterrottamente gli anelli e questi trasmettono energia alle centrali di accumulo e smistamento.
Da circa 20 anni sono state dismesse le isole eoliche che, per tanti anni, hanno fornito energia pulita al mondo dopo la dismissione di combustibili fossili altamente inquinanti: petrolio e carbone.
Mi piace l'epoca in cui vivo e dove tutti stanno bene, anche se c'è sempre qualcuno che sta meglio di altri.
La scienza ha regalato a tutti una qualità di vita dignitosa e senza rischi.
I reperti del passato mi raccontano storie scritte su libri di carta, storie che narrano di personaggi ardimentosi che vivevano di caccia e di marinai che solcavano mari tempestosi.
Per gli spostamenti, all'interno delle città ci muoviamo, come ho già accennato, su navicelle alimentate da energia giroscopica la quale consente di vincere la forza di gravità e “navigare” a diverse altitudini in base all'itinerario da percorrere.
Per viaggi più lunghi allo scopo di raggiungere le diverse parti di Gea (una volta chiamate continenti) ci si sposta su mezzi di trasporto cumulativo che si muovono a grandi velocità – fino a 1000 km orari - senza che i passeggeri avvertano alcun senso di disagio e senza mai toccare suolo o acqua.
Chi ha maggiori possibilità di altri – sì, non sono ancora state abbattute del tutto le barriere sociali o ciò che rimane di esse – può viaggiare sfruttando la rotazione terrestre (1678 km/h sulla linea dell'Equatore) a mezzo di una speciale navicella che porta i passeggeri nello spazio, al di fuori dal campo gravitazionale di Gea, per poi ridiscendere nel punto afferente alle coordinate (latitudine/longitudine) di destinazione.
A volte penso che vorrei essere , più per curiosità che per reale esigenza, tra quelli che hanno potuto scegliere di emigrare su un altro pianeta del sistema solare, il primo ad essere colonizzato è stato Ares (al tempo dei mie avi si chiamava Marte) ... poi però mi dico che in verità sono felice di abitare il pianeta a cui gli oceani e i mari hanno donato il colore azzurro.
Bisogna sapersi accontentare e non pensare sempre “che l'erba degli altri sia più verde della nostra” (frase trovata tra gli scritti dei miei trisnonni).
Mi piace immaginare che gli abitatori di altri mondi, di cui si continua ad ipotizzare l'esistenza ma con i quali non siamo venuti ancora in contatto, se potessero sceglierebbero proprio Gea come loro nuova residenza … purchè in coesistenza pacifica con noi, ovviamente.
Dobbiamo il nostro stile di vita attuale alle tante scoperte ed esplorazioni di pochi visionari vissuti decine di anni fa, scoperte che hanno contribuito al benessere di tutti pur continuando a marcare delle differenze che, però, via via vanno scomparendo.
In campo medico si è ottenuta una qualità di vita decisamente buona e la stessa durata dell'esistenza si è allungata agli attuali 120 anni di media: tutti gli arti si possono sostituire e non esistono più le menomazioni ma (e forse è un bene) ancora non si è trovata la formula per l'immortalità.
In fondo il nostro pianeta è ancora giovane, si stima che abbia davanti a sè ancora 4 miliardi di anni e quindi molta della sua storia è ancora da scrivere e chissà quali altre innovazioni riuscirà a vivere ed ospitare..
Da parte mia posso solo cercare di immaginare come potranno essere i prossimi 50 anni; chissà se vedranno un'accelerazione come il mezzo secolo che i miei antenati hanno vissuto tra il 1960 e il 2010.
Fantasticando tra me e me credo che un giornosi potrà viaggiare da una parte all'altra di Gea o (perchè no?) da un pianeta all'altro, da una galassia all'altra (esageriamo ...) semplicemente attraversando un portale che scomponga atomi e molecole del corpo umano per poi ricomporli altrove.
La “cassa” che racchiude le storie dei miei trisnonni narra di un racconto chiamato “la porta delle stelle”, realizzato più di un secolo fa, che anticipava questa ipotesi.
Questo viaggio tra le epoche mi riempie di emozioni ed è per questo che amo ripercorrere i passi di chi mi ha preceduto e fantasticare sul domani; alla fine però giungo sempre alla medesima conclusione: "è una buona cosa che ognuno viva appieno la sua epoca, senza rimpianti e senza smodate ambizioni".
In questa convinzione mi aiuta la frase che ho trovato nel diario del mio trisnonno e che è stata attribuita a John Lennon, un personaggio vissuto nella seconda parte del 20° secolo: “la vita è quella cosa che ti accade mentre stai facendo altri progetti”.