Rifugiati e migranti continuano ad affrontare forme estreme di violenza, violazioni dei diritti umani e sfruttamento non solo in mare, ma anche sulle rotte terrestri.
Si stima un numero di vittime nel deserto doppio di quelle che avvengono in mare.
È quanto emerge da un nuovo rapporto pubblicato oggi dall'UNHCR, l'Agenzia ONU per i Rifugiati, dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Mixed Migration Centre (MMC), intitolato "In questo viaggio, a nessuno importa se vivi o muori" (Volume 2).
Se guardiamo le prime 10 nazionalità di coloro arrivati in Italia attraverso il Mediterraneo centrale nel periodo 2018-2022, alcune hanno un alto tasso di riconoscimento delle domande di asilo.
Si tratta di siriani (95,23%), maliani (60,32%) e sudanesi (83,25%).
E le persone che attraversano il deserto del Sahara sono più di quelle che attraversano il Mar Mediterraneo, mentre si presume che le vittime siano il doppio di quelle che avvengono in mare.
Il rapporto getta luce sui pericoli molto meno documentati e pubblicizzati che affrontano rifugiati e migranti su queste rotte terrestri.
Il rapporto, che copre un periodo di raccolta dati di tre anni, segnala anche un aumento del numero di persone che tentano queste pericolose traversate terrestri e dei rischi di protezione che corrono.
Il rapporto è disponibile QUI
Le organizzazioni sperano che i risultati del rapporto rafforzino l'azione per affrontare le attuali lacune nella risposta alle persone in movimento.