I lavoratori domestici, pur essendo lavoratori dipendenti, non sono coperti dall’INPS in caso di malattia: l’indennità di malattia è a carico dei datori di lavoro domestico e limitata ad un massimo di 15 giorni.
Il lavoro domestico durante la pandemia.
Nei primi 10 mesi del 2021 le denunce di infortunio sul lavoro segnalate all’INAIL per infezione da Covid-19 sono state 183.147 e nel 65% dei casi hanno riguardato il settore della sanità e dell’assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili).
In questo settore si collocano perfettamente anche gli assistenti alle persone (badanti) ed in molti casi anche i collaboratori domestici (colf) che, nel lavoro di cura della casa, vivono a contatto con gli anziani.
Viste le peculiarità del settore e le caratteristiche delle persone assistite, è evidente che i lavoratori domestici siano stati particolarmente esposti alla pandemia di Covid 19.
La banca dati DOMINA, basata su un campione di 17 mila rapporti di lavoro, testimonia questo impatto. Se fino al 2019 mediamente i giorni di malattia erano 11, nel 2020 sono saliti a 16.
Tuttavia, nel lavoro domestico non è l’INPS a pagare l’indennità di malattia. Il diritto all’indennità di malattia, per quel che riguarda i lavoratori dipendenti a carico INPS decorre dal quarto giorno (i primi tre giorni sono di “carenza” e se previsto dal contratto di lavoro verranno indennizzati a totale carico dell’azienda).
Anche i lavoratori domestici rientrano nella categoria dei lavoratori dipendenti, ma la loro copertura in caso di malattia è molto diversa.
Se il lavoratore domestico si assenta dal lavoro per malattia, l'INPS non paga alcuna indennità.
È il datore di lavoro a pagare l’indennità di malattia (indennità che arriva al massimo a 15 giorni).
Questo limite temporale, pensato per non pesare troppo sulle famiglie che non potrebbero sostenere il costo di una malattia prolungata,fa sì che molti lavoratori non hanno diritto ad un trattamento economico in caso di malattia, peraltro sancito dall’art. 38 della Costituzione.