Dal 27 febbraio al 6 marzo in mostra alla ''Fabbrica del Vapore''
102 scatti Magnum per i 50 anni di Medici Senza Frontiere (MSF)
22 febbraio 2022 - Da 50 anni le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) e i fotografi Magnum si incontrano sulla linea del fronte, nelle calamità naturali e nelle emergenze umanitarie, raccontandole con la parola e la fotografia, seguendo sempre gli stessi principi di etica e indipendenza.
In occasione del cinquantesimo anniversario di MSF, la mostra fotografica “GUARDARE OLTRE - MSF & MAGNUM: 50 anni sul campo, tra azione e testimonianza” ripercorre questi 5 decenni di collaborazioni in cui MSF e Magnum sono stati testimoni diretti e amplificatori per l’opinione pubblica internazionale di crisi lontane dai riflettori dei media.
102 scatti di 18 fotografi - tra foto storiche d’archivio e sette nuove produzioni - saranno esposti alla Fabbrica del Vapore a Milano dal 27 febbraio al 6 marzo, con il patrocinio del Comune di Milano e il sostegno della Mutua sanitaria Cesare Pozzo.
raccontando le principali crisi umanitarie dal 1971 a oggi: dai conflitti in Afghanistan e Libano degli anni ‘70 e ‘80 al genocidio in Ruanda, dal massacro di Srebrenica al terremoto ad Haiti fino alle attuali rotte migratorie in Messico, Grecia e nel mar Mediterraneo, sottolineando l’importanza della testimonianza, “guardando oltre” ogni ostacolo e indifferenza.
Tra i grandi fotografi Magnum coinvolti anche gli italiani Paolo Pellegrin con le sue foto sull’accesso alle terapie per l’HIV negli anni ‘90, l’emergenza in Darfur del 2003, il terremoto di Haiti del 2010, le attività di SAR nel Mediterraneo e Lorenzo Meloni con il suo racconto sulla battaglia di Mosul nel 2017.
La mostra sarà aperta al pubblico con ingresso libero dal 27 febbraio al 6 marzo presso la Sala Messina della Fabbrica del Vapore (via Giulio Cesare Procaccini 4 Milano) tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 con prenotazione obbligatoria.
“Dai conflitti in Libano e Afghanistan degli anni 70 ai massacri in Ruanda e nella ex Jugoslavia fino alle attuali crisi umanitarie in Siria, Iraq e lungo le rotte migratorie, da più di cinquant’anni i nostri operatori umanitari si trovano a lavorare fianco a fianco con i fotografi della Magnum e anche se con strumenti diversi” dichiara Stefano Di Carlo, direttore generale di MSF.
Sostiene la mostra la Mutua sanitaria Cesare Pozzo che, come MSF, mette al centro del suo operato la cura della persona.
“Quest’anno la CesarePozzo compie 145 anni.
Un cammino virtuoso che ha sempre messo al centro delle nostre azioni l’aiuto reciproco, la solidarietà e il no profit e che ci porta a perseguire sempre con impegno il nostro principale obiettivo: garantire il diritto universale alle cure ai nostri 350mila assistiti – commenta il presidente nazionale della Mutua sanitaria Cesare Pozzo, Andrea Giuseppe Tiberti – Ciò che lega la nostra realtà a MSF, seppur con confini differenti, è l’attenzione rivolta al singolo.
Le crisi del passato
Le foto di archivio Magnum offrono allo spettatore un viaggio lungo i principali fatti storici degli ultimi 50 anni. Come gli scatti di Raymond Depardon - il primo a documentare l’azione di MSF in Ciad nel 1977 – che raccontano i conflitti in Libano del ’76 e in Afghanistan nel ‘79, quando le équipe di MSF attraverso il Pakistan trasportarono medicinali e attrezzature a cavallo, allestendo piccoli ospedali tra le montagne afgane.
L’obiettivo di Gilles Peress ha raccontato l’impotenza di fronte al genocidio in Ruanda, quando tra l'aprile e il luglio 1994 vennero uccise quasi un milione di persone e per la prima volta MSF lanciò un allarme all’Assemblea Generale dell'ONU.
E ancora la lotta per l’emergenza HIV in Africa, il terremoto ad Haiti nel 2010 fino alla recente rotta migratoria del Mediterraneo, immortalate dalla macchina fotografica di Paolo Pellegrin, che a bordo della Bourbon Argos ha raccontato le prime attività di ricerca e soccorso di MSF nel 2015.
A dicembre scorso Thomas Dworzak era in prima linea con la sua macchina fotografica per documentare l’arrivo di profughi etiopi in Sudan, dove MSF è una delle poche organizzazioni a fornire cure mediche attraverso cliniche mobili.
Newsha Tavakolian con i suoi scatti ha scelto invece di rappresentare le donne nei campi sfollati dell’Ituri in Repubblica Democratica del Congo, dove 2,8 milioni di persone sono vittime di violenze e scontri.
Nelle zone di Drodro, Nizi e Angumu, MSF supporta le strutture sanitarie che offrono cure per malattie pediatriche, malnutrizione, malaria, violenza sessuale e salute mentale.
Nell’obiettivo di Yael Martinez c’è poi una delle principali rotte migratorie al mondo tra Messico e Honduras dove migliaia di persone percorrono chilometri a piedi o in autobus per sfuggire a violenze e instabilità ma restano bloccate per mesi in città pericolose vittime di rapimenti ed estorsioni.
Oltre a dare assistenza medica e supporto psicosociale, MSF ha rivolto spesso appelli internazionali per porre fine a politiche migratorie repressive e garantire adeguata protezione e assistenza umanitaria a queste persone. Il campo di Dadaab, in Kenya, creato trent'anni fa per ospitare i somali in fuga dalla guerra civile, è arrivato ad accogliere anche circa mezzo milione di persone.
Il fotografo sudafricano Lindokhule Sobekwa ha incontrato generazioni di famiglie nate e cresciute in questi
campi, dove MSF ha fornito assistenza sanitaria per la maggior parte dell’esistenza del campo.
Il fotografo Zied Ben Romdhane si è dedicato invece al cambiamento climatico nella regione di Zinder nel Niger meridionale, dove ha trascorso dieci giorni a catturare la vita, la cultura e le abitudini della popolazione locale.
Ogni anno, con l’arrivo della stagione delle piogge, malaria e malnutrizione aumentano vertiginosamente in questa zona dove la sfida principale per MSF è limitare il tasso di mortalità dei bambini piccoli.
“Cinquant’anni di umanità”: sono le parole che riassumono la storia di MSF che nel 2021 festeggia il cinquantesimo anno dalla nascita.
Ogni giorno oltre 65.000 operatori umanitari MSF sono impegnati a portare cure mediche e aiuto incondizionato nelle emergenze di oltre 80 paesi.