Il mondo si è accorto, anche i ''ricchi'' e i ''potenti'' (soprattutto loro) di non essere invulnerabile, di non potersi perciò difendere da un virus, tanto democratico quanto invisibile, che per essere portato alla grandezza di un millimetro (rendendolo cioè visibile) necessita di essere ingrandito 12500 volte.
Stiamo tutti a casa, è giusto, facciamolo!
Più saremo ligi nell'applicare questa disposizione prima verrà messa fine alla fase dell'isolamento dell'intera popolazione.
Tutto questo però non deve produrre paranoie nei confronti di chi esce per farsi una corsetta o per prendere una boccata d'aria nei dintorni della sua abitazione; tanto più se lo fa di mattina presto o di sera tardi.
Perciò diciamo subito che non ci è piaciuta la cazziata che si è sentita di fare, oggi, Mara Venier a Domenica In contro i romani che ha visto correre in giro e che ha invitato a farlo nel salotto di casa.
E avesse impiegato qualche secondo a fare questa raccomandazione si poteva anche passarci sopra ma che abbia insistito nel farlo, cercando anche il plauso degli ospiti che erano collegati con lei in quel momento-Roby Facchinetti e Stefano D'Orazio-ci è sembrato troppo.
24 ore su 24 tutti i mezzi d'informazione sciorinano dati su tamponi, contagiati e, purtroppo, morti.
La gente, chiusa in casa, è stressata; perchè dargli motivo di prendersela con chi va a fare una corsetta, peraltro nel rispetto delle regole?
Come può contagiare uno(a) che passa a 5 o più metri di distanza correndo?
E poi, siccome questi dati ce li comunicano continuamente, e visto che stiamo parlando di Roma, vogliamo anche dire che la percentuale dei contagiati censiti è dello 0,042% della popolazione totale?
Vale a dire che su 2.860.000 abitanti il numero dei contagiati è di 1200 e che nell'intero lazio su 5.860.000 abitanti il numero dei contagiati è di 2519?
Allora cara Mara, raccomanda pure alla gente di stare a casa, lo facciamo anche noi, però non esagerare e soprattutto non colpevolizzare.
Diverso è l'aver consentito che si giocasse con il pubblico la partita Atalanta-Valencia (ottavi di finale Champions League 2019/2020) il 19 Febbraio a San Siro (Milano); il dibattito se tenere o no a porte chiuse le partite (ed altri eventi sportivi) era già in corso ma si è deciso di far accedere allo stadio un flusso, record per l'Atalanta, di ben 45.792 persone (fonte Atalanta.it).
E' lecito pensare che per tifare la squadra del cuore si siano recate allo stadio anche pesone non in perfetta salute, magari solo con qualche linea di febbre?
E visto che la partita è finita con il risultato di 4 a 1 per la squadra di casa, è lecito pensare che i tifosi si siano baciati e abbracciati ad ogni segnatura, perdipiù stando stipati in uno spazio di certo inferiore ai 50 cm l'uno dall'altro?
ueste perplessità le ha espresse chiaramente e in più sedi Il prof. Francesco Le Foche (medico immunologo, responsabile del day hospital di immuno infettivologia del Policlinico Umberto I di Roma) il quale, il 20 Marzo, sulla situazione di Roma a aggiunto:"La situazione tiene. Abbiamo amplificato il numero dei posti letto, mettendo in campo manovre che dovrebbero essere efficienti. Ci dovremmo aspettare il punto massimo entro i prossimi dieci giorni entro la metà della prossima settimana (termine quindi già trascorso, ndr). Andiamo abbastanza bene, la sanità romana tiene molto bene, abbiamo un significativo numero di posti letto, per il Covid19 sono state aperte nuove corsie. E poi voglio segnalare che le persone si comportano benissimo, si comportano in modo rispettoso delle regole".
Abbassare la guardia? Assolutamente NO!
Peche se avremo pazienza ancora qualche giorno la situazione, anche se gradatamente, da zona a zona, potrà avviarsi verso la normalità .. nel frattempo evitiamo inutili polemiche, capito Mara Venier?
Ogni giorno viene aggiornata la lista di politici e personaggi famosi che vengono contagiati dal coronavirus covid-19, non fa piacere ovviamente, di tutti ci auguriamo la guarigione; aldilà degli imbecilli che nascondendosi dietro l'anonimato di falsi account sui vari social augurano la morte a questo o a quello.
Al limite, tornando alla "democrazia" del virus, potremmo aggiungere, tra il serio e il faceto, che se qualche politico, qualche volta, si è sentito in diritto di dire o pensare, nei confronti di qualcuno, la famosa frase del Marchese del Grillo: "Io so' Io e voi non siete un cazzo" ... ecco, stavolta il virus questa frase l'ha rivolta a lui.
Vogliamo poi parlare di tutto questo buonismo che impera?
Dei tempi in cui si beveva dalle fontanelle, in cui si giocava in strada o al parco fino all'ora di cena, di quando il latte si vendeva nelle bottiglie di vetro e per avere la prima si lasciava un deposito di 50 lire, di quando i selfie si facevano nelle macchinette automatiche delle foto tessera, di quando nelle famiglie c'era poco ma non mancava niente?
Tutto vero ma tutto falso, se l'emergenza finisse domani si tornerebbe subito a pensare ai fatti propri, a cercare l'ultimo modello di smartphone con 5 telecamere davanti e cinque dietro; le ragazzine dai dodici anni in su tornerebbero subito a girare con il trolley per farsi le foto da pubblicare in instagram nelle varie parti della città .. foto a cui, beninteso (sic) i genitori sono i primi a mettere i like.
Ma forse non tutti e qualcuno riuscirà a tirare fuori anche da questa catastrofe il poco o tanto di buono che c'è in tutte le cose perchè, non dimentichiamolo mai, siamo abitanti di un granello di sabbia che gira su se stesso alla velocità di 1250 km/ora (alla nostra latitudine) nel mentre viaggia a 100.000 km/ora intorno ad un altro granello di sabbia (rispetto al Cosmo) il Sole.
Stringiamoci per un minuto attorno alle famiglie di chi è scomparso, soprattutto al fianco di coloro che non sono riusciti a dare un ultimo saluto ai loro cari; con un pensiero/preghiera per tutti coloro che, a causa dell'isolamento, sono morti in solitudine.
E quanti medici sono scomparsi per dare assistenza?
E quanti medici si stanno prodigando per salvare vite umane?
A questi ultimi, e senza un briciolo di retorica, va il nostro silenzioso applauso.