Secondo il colosso di affitti via Web l'associazione degli albergatori dovrebbe guardare al suo interno per trovare chi evade.
In merito alla nota diffusa da Federalberghi Airbnb, in un comunicato, precisa quanto segue:
Nell’udienza presso il Consiglio di Stato tenutasi ieri, la Corte ha ribadito la fondatezza della richiesta avanzata da Airbnb lo scorso ottobre. Avendo già concesso la misura cautelare sulla base dell’evidente violazione del diritto europeo, ha ora precisato che ulteriori istanze andranno più opportunamente avanzate presso il TAR, cosa che non mancheremo di fare, visto che la discussione di merito è prevista solamente per il prossimo ottobre.
Dobbiamo purtroppo constatare come Federalberghi si confermi campione di Fake News, interpretando procedure amministrative e tecnicismi secondo convenienza, occupandosi di materie che esulano dal proprio statuto come i contratti di locazione stipulati da persone fisiche, proprio mentre la Procura di Roma decide di perseguire per peculato oltre 40 strutture ricettive per mancati versamenti di oltre 50 milioni di euro solamente nella capitale (fonte: Il Messaggero, sabato 2 giugno).
Piuttosto che lanciare accuse all’esterno, forse sarebbe il caso di occuparsi di quello che succede in casa propria.
A seguire il comunicato di Federalberghi a cui l'ufficio stampa di Airbnb ha ritenuto doveroso replicare:
Il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Airbnb
130 milioni di imposte evase nel 2017
Federalberghi: auspichiamo che l'Agenzia delle Entrate recuperi quanto dovuto e che i comuni smettano di sottoscrivere accordi con chi evade le imposte
Il Consiglio di Stato ha respinto, dichiarandolo inammissibile, il ricorso presentato da Airbnb Ireland per chiedere la disapplicazione dei provvedimenti in materia di tassazione per le locazioni brevi.
Secondo quanto affermato dallo stesso Airbnb nel ricorso, nel 2017 gli host hanno ricavato circa € 621 milioni, sui quali il portale avrebbe dovuto effettuare e versare ritenute per circa € 130,4 milioni.
Federalberghi è intervenuta nel giudizio per promuovere la trasparenza del mercato e tutelare tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.
Federalberghi, nell'esprimere apprezzamento per la decisione del Consiglio di Stato, confida che l’Agenzia delle Entrate provveda al più presto al recupero di quanto dovuto e che i comuni italiani smettano di sottoscrivere accordi con soggetti che non hanno vergogna di evadere le tasse e di prendersi gioco delle leggi dello Stato.