Era prevedibile che Matteo Renzi, da troppo tempo in panchina, non avrebbe mancato l'occasione di riconquistare la ribalta.
I 5 Stelle e Beppe Grillo, credevano di aver concluso un buon accordo con il PD e di oter quindi veleggiare (quasi) tranquilli per il resto della legislatura; certo qualche rospo da ingoiare c'era ma ... sempre meglio che tornare al voto vedendo (in base ai risultati delle europee) dimezzare i consensi rispetto al marzo 2018.
Si dirà che l'accordo con il PD sarebbe stato auspicabile fin dal dopo elezioni dello scorso anno e quindi non c'è da meravigliarsi che si sia consolidato oggi, ma affermare questo, sempre alla luce dei risultati delle europee, significa foderarsi gli occhi di prosciutto; come si fa a non tenere conto degli attuali umori del popolo italiano?
Matteo Renzi dapprima ha deciso di stare sul divano a sgranocchiare pop corn senza nulla concedere ai grillini ma oggi che questi ultimi, orfani della Lega, per non tornare a casa (molti per sempre in quanto già al secondo mandato) sono andati a bussare al PD, ha subito capito che poteva essere lui l'ago della bilancia e di avere la possibilità di condizionare sia Zingaretti che Di Maio.
E' vero, Renzi continua a dire a tutti di "stare sereni" (vi ricorda qualcosa questa frase? In caso contrario chiedere a Enrico Letta) e che non intende far cadere il Governo ma, qualche sassolino dalle scarpe vorrà toglierselo e qualche occasione la vorrà sfruttare per uscire dall'oblio nel quale molti avrebbero voluto relegarlo.
E Grillo ora cosa escogiterà?
E Marco Travaglio che nei confronti di Renzi non è mai stato tenero ma ha dato la sua benedizione all'accordo PD-M5S ora come la pensa?
E Luigi Di Maio? Quest'ultimo ha dimostrato buone capacità di mediazione na è chiaro ai più che il Movimento attuale è ben diverso da quello di pochi mesi/anni fa e che sono in molti a non essere affatto contenti della piega che hanno preso le cose.
E Alessandro Di Battista? Come mai non ha voluto dichiarare il suo voto sul quesito relativo all'accordo Pd-M5S posto sulla piattaforma Rousseau? L'ha fatto per tenersi le mani libere e per potersi mettere, eventualmente, a capo del Movimento in caso di tramonto di Di Maio?
Una non dichiarazione, quella di Di Battista, che un po' ha sconcertato se si pensa che lo stesso Marco Travaglio in un suo editoriale, sbilanciandosi, ha dichiarato che se avesse avuto diritto di voto lo avrebbe esercitato a favore dell'accordo di Governo PD-M5S.
Da liberi pensatori ci auguriamo che in tutto questo bailamme i "nostri" politici, quale che sia la casacca che indossano, trovino anche il tempo per occuparsi dei problemi dell'Italia e degli italiani; nel mentre il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rischia di apparire come un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro.