L'uscita di pista in fase di atterraggio del Boeing 737-800 all'aeroporto di Istanbul-Sabiha, volo 2193 proveniente da Izmir con 183 occupanti, ha causato 3 vittime e molti feriti.
Alla luce dei fatti finora noti, su questo incidente che ha causato un bilancio provvisorio di 3 vittime
accertate, si può anticipare quanto segue:
*** Innanzitutto quando nel giro di 30 giorni due aerei della stessa compagnia vengono messi fuori uso a causa di atterraggi finiti fuori pista, sarebbe il caso che i vertici della compagnia e delle autorità aeronautiche di quel paese si ponessero qualche domanda.
Ricordiamo che il 7 gennaio di quest’anno un altro Boeing 737 della Pegasus in atterraggio nello stesso aeroporto è finito fuori pista.
Stante l’analogia delle circostanze che hanno accompagnato i due incidenti qualche domanda e qualche
precauzione dovrebbe venir intrapresa dalle competenti autorità.
E nel dire ciò tralasciamo il particolare che ancora un terzo Boeing 737 è stato perso dalla Pegasus durante un analogo incidente, sempre nella fase di atterraggio, avvenuto il 13 gennaio 2018 all’aeroporto di Trabzon, in Turchia.
*** Specificato che quanto sopra riportato costituisca già motivo di ampie riflessioni, andando allo specifico incidente avvenuto ieri 5 gennaio, da quel che finora sappiamo si può dire che due aerei che precedevano il 737 della Pegasus in atterraggio, avevano riattaccato a causa del forte vento che era caratterizzato da raffiche che toccavano i 37 nodi, (70km/h). Inoltre:
- l’aereo ha toccato il suolo non sulla testata/pista bensì a un/terzo della sua lunghezza; (3000metri/1000m)
- la pista su cui è atterrato il volo (la 06) tenuto conto della direzione da cui proveniva il vento (290 gradi) non avrebbe dovuto essere la pista in uso (era preferibile se non obbligatoria la 24);
- da quel che è dato sapere la velocità del velivolo era eccessiva ;
- la pista bagnata come è noto fornisce minore aderenza ai pneumatici,
Nelle condizioni suddescritte l’uscita fuori pista era pressochè assicurata.