C'è una parte politica che sembra non rendersi conto di quanto sia difficile far ripartire l'economia bloccata per più di due mesi dalla chiusura totale.
Gli im prenditori del Turismo (e non solo) stanno facendo i conti con una crisi che non avrebbero mai immaginato di dover affrontare; riaprire alberghi in mancanza di prenotazioni appare assurdo; c'è chi accusa la Grecia di considerare l'Italia un lazzaretto nel mentre alcune regioni italiane non si fidano di altre.
Centri storici di città come Roma, Venezia, Firenze, senza turisti, senza residenti, senza impiegati degli uffici (che lavorano da casa) appaiono in questi giorni come cattedrali nel deserto; come dar torto quindi a ristoranti e bar che decidono di aspettare tempi migliori?
E dire che qualcuno aveva anche provato a riaprire ma dopo qualche giorno di incassi miseri ha dovuto di nuovo abbassare la serranda.
E' facile quindi da comprendere la dichiarazione di Marina Lalli, Presidente designata di Federturismo Confindustria, che, a mezzo di un comunicato, reputa "ingiuste e inaccettabili" - le parole pronunciate dal Presidente dell’Inps Pasquale Tridico che accusa le imprese di opportunismo perché “seppur in grado di ripartire al 50% preferiscono non farlo avvalendosi degli aiuti di Stato”.
Marina Lalli sottolinea, anche se non dovrebbe essercene bisogno, "che l'obiettivo di ogni azienda è quello di lavorare e nessuno trova giovamento nello stare chiuso" e aggiunge: "sono ingenerose nei confronti dei tanti imprenditori che in crisi di liquidità per supplire all’inefficienza dell'INPS si sono visti costretti ad anticipare la cassa integrazione che a migliaia di lavoratori non è ancora arrivata."
"Il settore del turismo versa in una situazione di grande sofferenza: nei primi mesi del 2020 si sono persi 81 milioni di presenze, 10 miliardi di euro di spesa mancata per l’impatto del Covid. Sono più di 40mila le imprese del comparto che rischiano il fallimento a causa della perdita di solidità finanziaria.
Alimentare, quindi, un clima anti impresa in questo periodo non è solo ingiusto, ma anche irresponsabile verso tutto il sistema produttivo del nostro Paese che sta affrontando con grande sacrificio e coraggio questa fase di crisi strutturale senza precedenti".